Piergiorgio Vigliani 


L’ombra del destino 


Robin Edizioni



Come diceva Balzac, “il caso è il solo sovrano dell’universo” ed è su questa citazione, inserita in questo romanzo, che ruota il perno della trama de L’ombra del destino di Piergiorgio Vigliani, dove il suo protagonista, Arduino Venisio detto Dudi, un attempato insegnante di lettere in pensione si ritrova suo malgrado a rivestire i panni di un improvvisato investigatore alle prese con due delitti consumati negli ambienti dell’alta società torinese, grazie anche all’incontro casuale appunto, di un ex allievo del professore, oggi commissario di polizia. 

Queste le premesse di una vicenda che si svolge in una città all’apparenza operosa e distratta, dove i fatti di cronaca rapiscono l’attenzione del pubblico giusto il tempo di una scorsa veloce alle righe di un giornale letto di fretta durante una colazione al bar. Non è così per il nostro detective più simile, per sua stessa ammissione a un Gideon Fell, personaggio creato dalla penna di John Dickinson Carr, che non a un compito Sherlock Holmes, non fosse altro per la dinamicità e l’intuito che dimostra ma soprattutto per la perseveranza nel sollecitare alla riflessione funzionari di polizia troppo calati nella routine professionale che li fa rifugiare troppo spesso in facili conclusioni dovute alla mancanza di tempo per approfondire la lettura dei fatti. 

In effetti quella che si potrebbe definire citando un noto cantautore genovese, una storia per parrucchieri, si rivela essere una storia sbagliata nel senso che i tasselli che la compongono vengono di volta in volta riposizionati a caso come le facce di un cubo di Rubik che non trova la sua omogeneità cromatica. 

Fin qui la trama della quale non vogliamo svelare troppo, scritta in uno stile che rivela le ottime letture da cui proviene il nostro autore, il quale riesce a districarsi in maniera agevole attraverso le regole del giallo classico, fornendoci una visuale precisa di una città, Torino, molto aderente a una realtà che non sempre è come appare. 

Altro elemento che fa da contorno a una narrazione piacevolmente fluida sono le frequenti citazioni cinematografiche che si incontrano durante la lettura, il cinema è un’altra passione del nostro autore, citazioni che favoriscono la visibilità e la caratterizzazione di alcuni personaggi e situazioni nel corso della trama che si dipana in un susseguirsi di colpi di scena che non permettono al lettore troppe soste, catturandolo nel vortice degli avvenimenti che si intrecciano mano a mano che la vicenda prosegue. 

Un giallo che si legge d’un fiato e che lascia qualche speranza di ritrovare Dudi, il nostro detective/pensionato, impegnato in una prossima indagine, così come sembra far intuire l’autore, ma crediamo che ancora una volta, sarà il caso a decidere quale sarà la nostra sorte di lettori ormai affezionati al caro professor Venisio. 

Una sola questione rimane irrisolta in questa vicenda per il resto esaustiva in tutti i suoi elementi per noi lettori che poco conosciamo la città sabauda: ma davvero a Torino esiste ancora un Corso Unione Sovietica? 




Recensione di Roberto Maestri





Piergiorgio Vigliani, torinese trapiantato a Domodossola, laureato in Scienze Politiche, lavora nella Pubblica Amministrazione. Con la moglie collabora alla gestione del canale YouTube “Impigiamatti:Libri&Co”. L’ombra del destino è il suo terzo romanzo.

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