Simonetta Agnello Hornby 


Caffè amaro 


Feltrinelli




Maria Marra, figlia del notaio socialista Ignazio Marra, sposa il ricco Pietro Sala a soli 15 anni; nonostante tutto il matrimonio si rivelerà felice e sarà per la giovanissima sposa un modo per formare e raggiungere una proprio coscienza come donna.


Romanzo storico e familiare che copre circa 50 anni di storia italiana e in particolare siciliana; come sempre questo tipo di storie mi affascina e anche stavolta non ne sono rimasta delusa. 

La protagonista è Maria, una 15enne figlia di buona famiglia ma senza dote: il padre infatti è un noto avvocato socialista e idealista dedito alla causa dei poveri . 

Maria ha una buona istruzione, ama la musica e vorrebbe diventare insegnante per aiutare economicamente la famiglia; ma nonostante gli ideali della famiglia sino di tipo moderno (i genitori sono contrari a un matrimonio combinato e anche a obbligare la figlia a sposarsi), la sua vita prenderà una piega totalmente diversa e la ragazza sposerà il ricco Pietro Sala, con il doppio dei suoi anni e appartenente a una famiglia ricchissima che non solo la sposerà senza dote ma aiuterà economicamente anche la famiglia. Potrebbe sembrare la fine dei sogni di Maria, e invece l'intelligenza della ragazza la porta a sfruttare comunque l'occasione che le è capitata per acculturarsi e creare una sua indipendenza, tanto che a un certo punto il severo suocero arriverà ad affidarle le redini del patrimonio familiare togliendole al marito (buono ma scialacquatore), che sta rischiando di mandare la famiglia sul lastrico. 

La storia scorre nel corso degli anni alternando alle vicende di Maria e Pietro quelle di altri personaggi (le sorelle di lui, i fratelli di lei, la suocera malata di mente, i figli nati dal matrimonio, vari amici e parenti, tutti che ruotano attorno a quell'ambiente); particolare risalto viene dato alla figura di Giosuè, amico fraterno di Maria, cresciuto con lei fin dall'infanzia in quanto orfano di un amico del padre quindi allevato dai Marra . Fin dalle prime pagine si intuisce che prima o poi tra i due accadrà qualcosa, visto il profondo legame che li lega nonostante le loro vite per lungo tempo prendono strade diverse; quindi quanto accadrà svariati anni dopo non è certo una sorpresa anche se, a mio avviso, è il punto debole del libro. 

La loro storia d'amore non è particolarmente coinvolgente e pazienza, il punto è che Maria per come conduce la cosa viene in un certo senso svalutata come personaggio: non tanto in senso morale,quanto come personalità visto che ha sempre criticato la cognata- e continuerà a farlo nonostante tutto-ponendosi in un certo senso come superiore moralmente....e poi ti comporti anche peggio, consapevolmente? Almeno la cognata pur discutibile agiva senza ingannare nessuno....insomma la cosa mi è sembrata piuttosto stonata. 

La narrazione è scorrevole e in particolare ho apprezzato le descrizioni particolareggiate di abiti, ambienti, cibi da parte dell'autrice; un modo secondo me efficace per aiutare il lettore a immergersi nel vissuto dell'epoca. 

E' il primo romanzo che ho letto di questa autrice (o meglio, che ho ascoltato in audiolibro, voce narrante Iaia Forte) e non ne sono rimasta per nulla delusa, sicuramente ne leggerò altri. 



Recensione di Tiziana Tomasella







Simonetta Agnello Hornby è nata a Palermo nel 1945. Vive dal 1972 a Londra ed è cittadina italiana e britannica. Laureata in giurisprudenza all’Università di Palermo, ha esercitato la professione di avvocato aprendo a Brixton lo studio legale “Hornby&Levy” specializzato in diritto di famiglia e minori. Ha insegnato diritto dei minori nella facoltà di Scienze Sociali dell’Università di Leicester ed è stata per otto anni part-time Presidente dello Special Educational Needs and Disability Tribunal.
La Mennulara, il suo primo romanzo, pubblicato da Feltrinelli nel 2002 è stato tradotto in tutto il mondo. Da allora ha pubblicato diversi libri tra cui La zia Marchesa (Feltrinelli, 2004), Boccamurata (Feltrinelli, 2007), Vento scomposto (Feltrinelli, 2009), La monaca (Feltrinelli, 2010), Camera oscura (Skira, 2010), Il veleno dell’oleandro (Feltrinelli, 2013), Il male che si deve raccontare (con Marina Calloni; Feltrinelli, 2013), Via XX Settembre (Feltrinelli, 2013), Caffè amaro (Feltrinelli, 2016) e, con Massimo Fenati, la graphic novel de La Mennulara (Feltrinelli, 2018).
Ha inoltre pubblicato libri di grande successo legati alla cucina con una fortissima componente narrativa: Un filo d’olio (Sellerio, 2011), La cucina del buon gusto (con Maria Rosario Lazzati; Feltrinelli, 2012), La pecora di Pasqua (con Chiara Agnello; Slow Food, 2012) e Il pranzo di Mosè (Giunti, 2014).
Ha anche pubblicato La mia Londra (Giunti, 2014), una guida/memoir personalizzata di Londra e il racconto per ragazzi Rosie e gli scoiattoli di St. James (con George Hornby; Giunti, 2018).
Tutti i suoi libri sono stati best seller e hanno venduto in Italia più di un milione di copie.
È frequente ospite alla radio, alla televisione e sulle maggiori testate giornalistiche italiane.
Simonetta Agnello Hornby ha sempre cercato di legare la professione di avvocato e la sua scrittura all’impegno per sostenere le cause dei minori, delle vittime di violenza domestica e degli emarginati.
Il 2 giugno 2016 Il Presidente della Repubblica le ha conferito l’onorificenza dell’Ordine della Stella d’Italia nel grado di Grande Ufficiale.
Nel 2014 è stata protagonista, con sua sorella Chiara Agnello, della trasmissione “Il pranzo di Mosé”, su Real Time. Nel 2015 è apparsa con il figlio George Hornby, su Raitre, nel documentario reality show Io & George, un viaggio da Londra alla Sicilia per aumentare la consapevolezza dei problemi affrontati dai disabili.
Ha girato un docu-film per laeffe, Nessuno può volare, titolo anche del nuovo libro uscito per Feltrinelli nel 2017.
Nel 2017 ha contribuito con un racconto alla raccolta Un anno in giallo, Sellerio, insieme a Andrea Camilleri, Esmahan Aykol, Gian Mauro Costa, Alicia Giménez-Bartlett, Marco Malvaldi, Antonio Manzini, Santo Piazzese, Francesco Recami, Alessandro Robecchi, Gaetano Savatteri, Fabio Stassi.
Il 17 luglio del 2018 ha ricevuto dal Centro Regionale di Sant’Alessio, istituzione che fin dall’ottocento realizza attività volte all’inclusione sociale dei ciechi e degli ipovedenti, la Stella di Sant’Alessio “per aver saputo valorizzare, con il suo documentario Nessuno può volare, il mondo della disabilità e della disabilità sensoriale, attraverso l’incontro con le persone e le testimonianze storiche conservate negli archivi del Centro Regionale Sant’Alessio di Roma”.
Simonetta, figlia di un disabile e madre di George affetto da Sclerosi Multipla Primaria Progressiva, lo considera il premio più importante e significativo che le sia stato conferito.

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