Loreta Failoni
Il profumo del gelo
Una casa sul confine dei ricordi
Curcu & Genovese
“Perché avesse sposato papà ce lo siamo chiesti molte volte io e Simone. Lui dice che si erano amati per forza all'inizio. Non so, non ho mai pensato che mio padre si potesse amare. Voleva la tovaglia bianca alla domenica e i bicchieri di cristallo che pesavano più delle nostre mani. Tornava dalla messa con un vassoio di pasticcini, sempre gli stessi, sempre uguali, stessa quantità. Il soggiorno, anzi il salotto, come lo definiva mio padre, era il palcoscenico della nostra vita, tendaggi di velluto scuro e il concerto per pianoforte e orchestra in La minore di Grieg sullo sfondo.”
Se aprendo le pagine di un libro si potessero sprigionare le note di una colonna sonora come fosse un film, l'esperienza di lettura di questo nuovo romanzo di Loreta Failoni, Il profumo del gelo, sarebbe perfetta.
“La casa sul confine della sera
oscura e silenziosa se ne sta
Respiri un'aria limpida e leggera
e senti voci forse di altra età
La casa sul confine dei ricordi
la stessa sempre, come tu la sai
E tu ricerchi là le tue radici
se vuoi capire l'anima che hai
Radici
Sono soprattutto i versi delle canzoni di Francesco Guccini ad accompagnare questo viaggio da una parte all'altra della provinciale, fra la casa e il cimitero, da quella casa che tanta importanza avrà nello svolgersi della vicenda, quasi ad assurgere a co-protagonista di un romanzo che è soprattutto un viaggio attraverso i ricordi, le parole non dette ma rimpiante e il mistero che si cela all'interno di una famiglia dall'apparenza normale, chiusa fra le montagne di un Trentino che sembra immutabile nella sua staticità ma che conserva un fuoco di passioni e sentimenti che nessun camino sarebbe in grado di contenere. Passioni e sentimenti che sono espressi o repressi dai personaggi che ruotano attorno alla casa della famiglia del notaio Lamberti e raccontati da Dafne, la figlia che rivive nella sua elaborazione del lutto per la scomparsa della madre, le vicissitudini di un nucleo famigliare oppresso dalla presenza del classico padre padrone che forte del suo elemento patriarcale, dettava finché in vita e forse anche dopo, leggi e condizioni a moglie e figli, raccogliendo in questo modo più astio che affetto.
Ma protagonista è anche il gelo, il cui profumo si svela a Edoardo, un anziano che da sempre ha svolto servizi in passato per la famiglia Lamberti e che tuttora si prende cura di essa o almeno dei suoi superstiti; quel gelo che sembra attanagliare i rapporti fra coniugi, genitori e figli e che solo attraverso il dolore del ricordo riesce a sciogliersi e stemperare.
La storia che non vogliamo anticipare per non rovinare l'effetto che si prova leggendo, è costellata da continui colpi di scena e rivelazioni che modellano man mano che si procede nella lettura, i contorni dei tre personaggi principali, madre e i due figli, dopo la morte accidentale dell'uomo che li teneva soggiogati.
Il ritmo della scrittura come si diceva, è scandito in apertura di ciascun capitolo dalle canzoni di Guccini ma non solo, nel corso della narrazione vengono citati anche altri musicisti che fanno parte del bagaglio sono di Dafne e Simone, suo fratello: si va dai Nirvana a John Lennon e Yoko Ono, da Zucchero a Roberto Vecchioni, anche se abbiamo il sospetto che la canzone di quest'ultimo, Luci a San Siro, si riferisca più alla cover realizzata in un concerto dal vivo del cantautore modenese ma originario di Pàvana, che non dell'autore milanese.
Un romanzo che è quasi un giallo senza esserlo anzi, a guardar bene è più una storia d'amore o sarebbe più corretto dire di molteplici storie d'amore: quella di una madre per i suoi figli da sempre protetti dalle intemperanze del marito, o della figlia narratrice verso quella madre non abbastanza conosciuta in vita o del suo amore verso il fratello che paga le conseguenze di una vita traumatizzata da un'educazione fondata più sui contrasti che non sul dialogo con un padre che non aveva mai cercato di comprenderlo e infine la storia d'amore fra un uomo e una donna, Dafne e Diego, che nasce pian piano nel corso dell'evoluzione del romanzo e che coinvolge ed emoziona anche grazie alla delicatezza con la quale viene descritta.
Un romanzo delicato nonostante la drammaticità degli argomenti, che non si può fare a meno di leggere canticchiando, complici i bei versi di Guccini.
Recensione di Roberto Maestri.
Loreta Failoni. Dopo aver approfondito studi di psicologia presso l’università di Padova, sceglie di insegnare la matematica ai bambini. Nel 2000 esce, edita da Mondadori, una serie di libri operativi per l’apprendimento della matematica nelle scuole primarie. Ha curato la realizzazione di un DVD interattivo, una sorta di giallo matematico rivolto ai ragazzi sino a dodici anni.
Il suo primo romanzo – “La bisettrice dell’anima” (2009) – vince vari premi tra cui il prestigioso “Firenze per le culture di pace” dedicato a Tiziano Terzani.
Nel 2011, su invito dell’università della Florida, ha tenuto una serie di conferenze ad Orlando, Daytona e Miami per “raccontare” il romanzo alla comunità italiana e a quella ebraica, agli studenti del corso di letteratura italiana e a quelli del dipartimento di Matematica. Vive a Tione di Trento.
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