Toshikazu Kawagichi 


Finché il caffè è caldo 


Garzanti



In una grande città del Giappone c'è una caffetteria speciale. E' aperta da più di cento anni e una leggenda dice che, sedendosi a uno dei suoi tavoli, è possibile tornare indietro nel tempo, seguendo tutta una serie di regole tra cui quella più importante è di bere il caffè finchè è caldo (il viaggio nel tempo tanto deve durare). 

Ed è così che assistiamo alle storie di alcuni personaggi: Fumiko, che è appena stata lasciata dal fidanzato; Kotake, infermiera con marito malato di Alzheimer che non la riconosce più; Hirai, la cui sorella Kimi è morta in un incidente dopo aver tentato -invano, perchè l'altra si era rifiutata- di parlare con la sorella; Kei, la giovane moglie del proprietario, incinta e con problemi di salute che ha paura di non poter conoscere il proprio figlio.... 




Nonostante non ami la letteratura giapponese ho deciso di leggere questa storia attratta dal tema dei viaggi nel tempo (uno dei miei desideri proibiti) e ho avuto una piacevole sorpresa: una storia originale, divertente e commovente allo stesso tempo. 

La caffetteria che fa da sfondo alle quattro storie raccontate non è una come tutte le altre: un posto secolare dato che è aperto da cento anni, eppure poco frequentato e non troppo in vista, noto sopratutto per una leggenda che circola su di esso: in quel posto sarebbe possibile tornare indietro nel tempo (e più raramente anche andare nel futuro), ovviamente seguendo alcune regole, le cui principali sono: non lasciare per nessuna ragione che il caffè si raffreddi e capire che- qualunque cosa si dica o si faccia- il presente non potrà essere cambiato. 

Ed è proprio quello che effettivamente succede alle protagoniste delle storie raccontate, ognuna con un proprio dolore o un proprio rimorso, ognuna con un proprio motivo serio per voler sfidare il destino fino a questo punto (giacchè un viaggio nel tempo non è proprio una cosa da nulla). Esse scopriranno che non è del tutto vero che il presente non cambierà; lo farà, ma in un modo impercettibile che esse probabilmente non avevano considerato e non si aspettavano. 

La storia che mi ha colpito e commosso più di tutte è stata quella delle sorelle Hirai e Kimi, ma anche le altre mi hanno emozionato ognuna a modo loro, perfino quella (appena accennata) della misteriosa donna in abito bianco perennemente seduta al tavolino da cui si può accedere al passato. 

Nota di merito all'accattivante copertina: è vero che un libro non si giudica da essa, ma talvolta l'essere ben fatte è un piacevole "di più”. 

La traduzione è di Claudia Marseguerra. 




Recensione di Tiziana Tomasella






Toshikazu Kawaguchi è nato a Osaka, in Giappone, nel 1971. Dopo aver lavorato per anni come sceneggiatore e regista, ha avviato la sua carriera di romanziere. Il suo primo romanzo, Finché il caffè è caldo, ha vinto il Suginami Drama Festival. Il suo romanzo di debutto ha venduto in Giappone oltre un milione di copie. Il suo stile è stato paragonato dalla critica a quello di Haruki Murakami e di Banana Yoshimoto. (Fonte Wikipedia)

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