Helen Humphreys 


Cani selvaggi 


Playground libri



“Ma cos’è questa paura, in realtà? Non è forse la paura del selvaggio che è in noi? Non è forse tutta la struttura della società finalizzata a farci entrare in gabbie sempre più piccole? Più siamo imprigionati dal dovere e dall’amore, più il nostro lato selvaggio ne esce addomesticato e più pensiamo di sentirci sicuri. Ma, naturalmente, non è vero. Non ci sentiamo affatto sicuri.” 

Un branco di cani selvaggi si aggira tra gli alberi adiacenti una piccola cittadina della provincia canadese, i cui abitanti sono entrati in crisi, psicologicamente ed economicamente, dopo la chiusura del locale mobilificio. Questi cani, una volta, erano domestici. Fuggiti, o strappati via ai proprietari, nessuno di loro è più tornato indietro. 

Così Alice, Rachel, Jamie, Walter, Malcom, Lily, non rassegnandosi all’abbandono, ogni sera, al crepuscolo, si ritrovano al limitare del bosco cercando di richiamare a sé gli animali che amano, i quali però non li riconoscono, e pare non vogliano più tornare da loro. 

Le vite dei protagonisti, ognuno a suo modo diverso e solitario, si incrociano, si intrecciano, si separano. Ciascuno è una voce narrante, attraverso cui l’autrice ci regala suggestioni e riflessioni. Questo piccolo poetico libro possiamo leggerlo su tanti livelli, senza mai esaurirne la ricchezza di immagini, di sentimenti, di metafore. Si parla di solitudine, rimpianti, paura di vivere e paura di amare. Ogni personaggio si trova a fare i conti col proprio lato oscuro, c’è chi lo accoglie, come Lily, che va a vivere col branco; chi lo respinge consapevolmente, come Walter (e il suo barboncino che torna da lui); chi ne è sconvolto, come Malcom; chi cerca faticosamente di integrare desiderio di libertà e dipendenza amorosa, come Alice e Rachel. 

C’è tutto un movimento circolare di abbandoni, ritorni, partenze, fughe, nuovi inizi, poeticamente riepilogato nella frase finale, che a mio avviso vale l’intero libro, e che non citerò per lasciarvi il piacere di scoprirla da soli, perché questa lettura la consiglio vivamente. 

P.S. Chi ha un cane...prepari i fazzoletti. C'è un momento davvero triste, che potrebbe urtare la vostra sensibilità. Tuttavia, vale la pena leggere il romanzo perché viene descritto con molto trasporto e amore il legame col miglior amico dell’uomo.


La traduzione è di C. Cartolano e D. Fortezza. 


Recensione di Marinella Messina











Helen Humphreys è nata a Kingston-on-Thames, in Inghilterra. Suo fratello Martin e sua sorella Cathy sono nati dopo che la famiglia si è trasferita in Canada. Ora vive a Kingston, in Ontario, con il suo cane, Fig. Quando era più giovane è stata espulsa dal liceo e ha dovuto frequentare una scuola alternativa per terminare gli studi. 

Il primo romanzo di Humphreys, Leaving Earth, è stato un Notable Book del New York Times nel 1998 e ha vinto il City of Toronto Book Award. 

Nel descrivere come è diventata una scrittrice, Humphreys ha detto: "Ho iniziato a scrivere quando ero giovane e ho continuato ad andare avanti. Ho letto voracemente. Ho inviato le mie poesie (perché allora scrivevo esclusivamente poesie) alle riviste, e alla fine ho iniziato per farli pubblicare. Il mio primo libro di poesie è uscito quando avevo 25 anni.” 

Nel 2002 Il giardino perduto è stato selezionato dal Canadian Broadcasting Corporation (CBC) e dal Canada Reads Selection, e nel 2008 il romanzo Coventry (2008, uscito in Italia nel 2010) è stato per diverse settimane ai vertici delle classifiche canadesi. In Italia Playground ha pubblicato Cani selvaggi e Il canto del crepuscolo nel 2015, Notturno nel 2013, La verità, soltanto la verità nel 2011. 

Nel 2000 vince il Rogers Writers’ Trust Fiction e nel 2009 l’Harbourfront Festival Prize per l’insieme dell’opera. 

In una recensione molto favorevole di The Reinvention of Love su The Globe and Mail, Donna Bailey Nurse ha scritto: "La storia è ambientata tra le turbolenze politiche e il fervore artistico della Parigi del XIX secolo. Charles Sainte-Beuve, un influente critico, si guadagna il amicizia di Victor Hugo dopo aver scritto una recensione che celebra le poesie dello scrittore. Entra a far parte del circolo letterario di Hugo, il Cenacolo, che comprende il pittore Delacroix, il poeta Lamartine e il presuntuoso e dissoluto Alexandre Dumas. Charles diventa un appuntamento fisso nella vivace casa Hugo a Notre-Dame -des-Champs." 

The Globe and Mail ha detto questo sul recente romanzo della signora Humphreys: "The Evening Chorus, quando tutto è stato detto e fatto, è un racconto formalmente convenzionale ma per la maggior parte soddisfacente; un romanzo tranquillo su un evento calamitoso i cui passaggi più incisivi mostra il cast dell'occhio del poeta di Humphreys." 

Quill & Quire dice di The River (2017): "Confrontando The River con il bestseller acclamato dalla critica di Helen Humphreys The Frozen Thames, la sua raccolta di vignette del 2007 sull'omonimo fiume, è ovvio che l'autrice non si accontenta di ripetere i successi del passato. Il nuovo libro, un'esplorazione ad ampio raggio del fiume Napanee in Ontario, lungo il quale possiede una piccola proprietà, mostra chiaramente che Humphreys possiede strumenti straordinari e li maneggia con audacia e precisione.”
(Fonte Wikipedia)

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