Fred Uhlman

L'amico ritrovato

Feltrinelli



Questo è un celeberrimo racconto lungo, che ancora non avevo mai letto. È uno dei casi in cui il titolo fa parte sostanzialmente della storia; solo al termine della lettura ci si rende conto di cosa ha significato il "ritrovare" l'amico.

Il tema è quello dell'amicizia adolescenziale, del tradimento o di ciò che si reputa tale, della forza dei legami, soprattutto di quelli che abbiamo vissuto in quella parte della nostra vita così delicata.

Nella struttura e nelle ambientazioni mi ha ricordato un po' il Tonio Kröeger di Mann.

Ci sono in molti passaggi proprio le incertezze,i tormenti, le domande cruciali e i tentativi di costruire sé stessi, tipici della giovanissima età.


"Ora il problema fondamentale non era più la natura della vita, ma ciò che di questa vita, priva di valore e al tempo stesso preziosa, dovevamo fare. Come impiegarla? A che fine? E per il bene di chi, il nostro o quello dell'umanità ? Com'era possibile, insomma, mettere a frutto quella brutta realtà che era l'esistere?

Ne discutevamo quasi quotidianamente, mentre passeggiavamo con aria solenne in su e giù per le strade di Stoccarda [...]”

Avevamo anche interessi profani, che ci sembravano ben più importanti dell'estinzione del nostro pianeta, lontana milioni di anni e della nostra morte, per noi ancora più remota. C'era l'amore comune per i librie la poesia, la scoperta dell'arte, l'impatto del postimpressionismo e dell'espressionismo, il teatro, l'opera.

Parlavamo anche delle ragazze. [...] Erano per noi esseri superiori di straordinaria purezza, a cui bisognava accostarsi come, in passato, avevano fatto i trovatori, con ardore cavalleresco e adorazione distante" .


Ma il mondo cambia, nel frattempo e all'improvviso; ciò che in precedenza era normale diventa proibito; essere ebreo risulta una colpa imperdonabile e i due ragazzi sono costretti a diventare grandi prima del tempo. 

Una lettura breve, che trasmette tanto.

La traduzione è di Mariagiulia Castagnone.


Recensione di Jo March.




Fred Uhlman, noto anche come Manfred Uhlmann (Stoccarda, 19 gennaio 1901 – Londra, 11 aprile 1985), è stato uno scrittore, avvocato e pittore tedesco naturalizzato britannico. Nato a Stoccarda il 19 gennaio 1901 da una prospera famiglia ebrea della classe media; studiò nelle Università di Friburgo, Monaco e Tubinga dove, nel 1923, si laureò in Legge. Esercitò la professione di avvocato, e fu oratore politico per il Partito Socialdemocratico di Germania di Kurt Schumacher.

Il 23 marzo del 1933, poco prima che Hitler prendesse il potere come Capo di Stato, Uhlman ricevette una telefonata dall'amico Pazaurek: questi gli riferì che il giudice Dill, membro del partito nazista, lo pregava di dire da parte sua al "piccolo Uhlman" (che conosceva da bambino) che ora Parigi è bellissima, sottolineando "ora". Compreso il messaggio, il 24 marzo Uhlman fuggì in Francia, e il 25 si stabilì a Parigi per iniziare una nuova vita. Qui, tuttavia, incontrò molte difficoltà: agli stranieri non era permesso avere un lavoro retribuito, e venivano immediatamente espulsi dalla Francia se scoperti. Uhlman si mantenne disegnando e dipingendo, e vendendo le sue opere privatamente quando poteva; per un certo tempo arrotondò le entrate con la vendita di pesci tropicali. L'attività di pittore riscuoteva un successo crescente, ma gli acquirenti rimanevano difficili da trovare.

Nell'aprile del 1936 si trasferì a Tossa de Mar, un piccolo villaggio di pescatori sulla Costa Brava in Spagna, ma di lì a poco scoppiò la guerra civile spagnola e quindi in agosto Uhlman decise di tornare a Parigi, passando per Marsiglia. Qui, mentre stava facendo una telefonata da un caffè a Diana Croft, un'amica londinese conosciuta a Tossa de Mar, gli venne rubato il portafogli, contenente la maggior parte dei suoi soldi e il suo passaporto. Uno straniero in Francia senza passaporto diventava di fatto un apolide soggetto ufficialmente a persecuzioni, all'arresto ed a una possibile espulsione. Demoralizzato e in preda alla disperazione, diede il suo numero di telefono di Parigi al titolare del bar, e continuò il suo viaggio verso la capitale. Il giorno dopo ricevette una telefonata dal suo albergo; il chiamante lo informò che aveva il portafogli e il passaporto e li avrebbe inviati a Uhlman il giorno seguente, perché era un correligionario di Uhlman, trattenendosi il dieci per cento del denaro " per coprire le spese". Il portafogli e il passaporto arrivarono l'indomani. Il 3 settembre 1936, Fred Uhlman sbarcò in Inghilterra senza soldi e senza conoscere una parola d'inglese. Due mesi dopo, il 4 novembre 1936, sposò Diana Croft.

Nove mesi dopo lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, nel giugno 1940, Uhlman, insieme a migliaia di stranieri originari di paesi nemici, fu confinato dal governo britannico sull'Isola di Man. Fu rilasciato sei mesi dopo e si poté ricongiungere con la moglie Diana Croft e la figlia, nata durante l'internamento.

Uhlman fece la sua prima mostra personale presso la Galerie Le Niveau a Parigi nel 1935. A Londra, espose alla Zwemmer Gallery nel 1938, e da allora cominciò ad esporre regolarmente in mostre personali e collettive in tutta la Gran Bretagna. Una mostra retrospettiva della sua opera si è tenuta presso il Leighton House Museum di Londra nel 1968. Il suo lavoro è presente in molte importanti gallerie pubbliche, tra cui il Fitzwilliam Museum di Cambridge e il Victoria & Albert Museum di Londra.

Nel 1971 pubblicò la sua opera più famosa: il romanzo "in miniatura" L'amico ritrovato (Reunion). Iniziò così la Trilogia del ritorno, che comprende anche Un'anima non vile e Niente resurrezioni, per favore. Inoltre pubblicò l'opera autobiografica Storia di un uomo (The Making of an Englishman).

L'amico ritrovato ebbe un immediato successo ed è stato tradotto in diciannove lingue; nel 1989, ne è stato tratto il film L'amico ritrovato, di Jerry Schatzberg e più recentemente è stato adattato per il palcoscenico da Ronan Wilmot ed ha debuttato al New Theatre di Dublino il 9 novembre 2001. "Si può sopravvivere con un solo libro" ha dichiarato prima di morire. (Fonte Wikipedia)

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