Tiziano Terzani


Un indovino mi disse


pp. 644, Longanesi TEA Relax 2007




Incominciarono a parlarmene i miei clienti: prima uno, poi un altro, poi un altro ancora. Leggi questo libro, ti piacerà. Lo dicevano anche di parecchie altre cose, che avrebbero potuto piacermi (degli album di Vinicio Capossela, per esempio, che avrei scoperto molto più tardi), e quindi non sempre seguivo i loro consigli, soprattutto quando se ne accavallavano su argomenti diversi gli uni sugli altri in poco tempo, e per ovvie ragioni non potevo interessarmi a breve di tutto quel che mi veniva segnalato o caldeggiato. Ma quel libro, quello ritornava con regolarità nei loro discorsi, e così incominciai davvero a chiedermi come mai.



Il mio bellissimo negozio di arte etnica era all’epoca uno dei riferimenti della vitalità intellettuale della nostra piccola città, e non solo per il tipo di articoli in vendita, che evocavano viaggi esotici e culture lontane, ma anche e forse soprattutto perché ne avevo fatto una sorta di tribuna dell’attualità artistica cittadina: uno spazio aperto per chiunque volesse esprimersi, comunicare valori inclusivi, veicolare etica di apertura e rispetto. E anche da questo punto di vista, consigliarmi quel libro ci stava eccome.




E così un giorno lo comprai, in quella bella edizione stampata in caratteri grandi da lettura riposante, che anche nella grafica rispecchia il messaggio del contenuto.




Come facilmente intuibile dal titolo, il libro parla di una profezia. Una di quelle oscure e bizzarre, come un po’ tutte le profezie del resto. Nel 1976 un indovino cinese predice a Terzani che se volerà nel 1993 morirà in un incidente aereo. Lui lì per lì non ci sta a pensare su più di tanto; ma poi, arrivato il momento, un po’ per gioco, un po’ per per ancestrale prudenza, decide di evitare qualunque volo per tutta la durata di quell’anno. Sì, ma come farà, a continuare a lavorare? E proprio in questo sta il gioco e la sfida: farà... come farà, spostandosi in tutta l’Asia con mezzi diversi, su rotte e con tempi molto più lunghi.




La curiosità innata e il raffinato sense of humour di Terzani lo portano così a scoprire un‘Asia ancora diversa da quella che già conosce e ama: ancora più remota, strana e misteriosa, nella quale quell’apparentemente stupido puntiglio di superstizione si trasforma in un itinerario di scoperta di altre e nuove piccole grandi meraviglie, come se tutto si trasformasse in una ennesima prima volta di esplorazione e illuminazione, in piena coerenza con il vero spirito del viaggiatore avido di esperienze e particolari inediti e spiazzanti.




Bel modo di ribaltare uno svantaggio in un’opportunità, non vi pare? Il diario di quell’anno un po’ assurdo, passato ad attraversare l’Asia in lungo e in largo nei modi e coi mezzi meno avanzati – se non addirittura arcaici o primitivi – è diventato questo libro denso e pieno di abbacinata e divertita curiosità, lentezza, amore, arricchimenti interiori. Che restano anche a esperienza finita; quando – terminati sano e salvo quei fatidici dodici mesi – quei racconti, quelle parole e quei messaggi vanno ad affascinare folle di lettori tra le quali i miei clienti per poi arrivare infine attraverso di loro fino a me. E a voi adesso. Ma che bello!




Sapete, anche a me un indovino ha predetto qualcosa. È stato a Dublino, ormai più di dieci anni fa. Un tipo mi ha letto i tarocchi e ha sostenuto convinto che terminerò la mia vita in un posto caldo, del tipo Grecia o Spagna o Brasile o che so. Senza precisare però se si tratterà di un termine naturale, scelto liberamente da me in vecchiaia per riscaldarmi le ossa, o viceversa di un evento improvviso traumatico. E neanch’io lì per lì me ne sono interessato o preoccupato più di tanto, perché sapete, non ho mai amato molto le destinazioni di viaggio tropicali, anzi. Ora però capirete, mi secca un po’ sentirmi limitato. Cosa fare allora? Per ora ho demandato la questione a uno dei personaggi di un mio romanzo; al momento è lui che viene investito della questione, nella finzione narrativa che gli ho cucita addosso ripensando a quell’episodio. E poi, io non ho scadenze o dettagli come Terzani, so in senso lato dove ma non so come né quando (anche se questo non è necessariamente un bene). E allora? In attesa che io maturi qualche vera decisione al riguardo, voi leggete Terzani, che nel suo libro si risolve brillantemente il problema, e buona fortuna a tutti, indovini permettendo!



Recensione di Carlo Crescitelli.








Tiziano Terzani (1938-2004) non ha certo bisogno di presentazioni. Trent’anni da corrispondente per l’Asia delle maggiori testate giornalistiche nazionali ed europee parlano per lui. Come parla ancora di più per lui una fase finale della sua vita tesa a raccogliere e riassumere per il suo vasto pubblico i frutti di un percorso così avventuroso e limpido, che ne ha fatto un alto modello di senile, autorevole saggezza. I suoi libri? Belli tutti, imperdibili tutti: non c’è che l’imbarazzo della scelta.

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