Stefano Soli 


Giorno 122



Una metafora della vita: un attimo prima cavalchi l’onda del successo, un attimo dopo, quella che si profila è la tua disfatta. Così va il mondo. 

Ce lo racconta bene Stefano Soli portandoci in una situazione al limite dell’umana sopportazione. Angoscia e inquietudine si alternano senza soluzione di continuità nel corso della lettura. 

Angoscia per un destino così precario e appeso a un filo, e inquietudine per un’umanità martoriata, disumanizzata e senza morale che ne viene dipinta. O meglio, non proprio l’assenza , ma piuttosto il suo adattarsi, piegarsi infine modificarsi in base al contesto. Il quale, non proprio idilliaco azzera ogni civiltà lasciando emergere in ogni protagonista, il lato animalesco represso nella società evoluta. È una sorta di ritorno alla vita istintiva, senza ritegno. 

Così mangiare, atto che nelle società civili segue anche le mode e la coscienza personale - sono vegetariana perché non mangio cadaveri - assume nuovamente le ancestrali sembianze di un bisogno primordiale. Se ho davvero ma davvero fame, mangio anche i cadaveri, sono disposta anche a procurarmeli i cadaveri e non lascio spazio a nessuna coscienza. 

O stuprare, atto brutale e animalesco per definizione, trova una dimensione diversa, perchè il contesto evidenzia che dopotutto, animali siamo. Quando la violenza è ovunque, non ha più senso parlare di violenza perché la stessa è pane quotidiano e ci si fa il callo. E l’atto sessuale altro non è che un bisogno impellente da soddisfare. 

L’abitudine è una brutta gatta da pelare, se ci si abitua a qualcosa, si finisce per accettarla come parte integrante del sistema, come qualcosa con cui ci si adatta a convivere fino all’azzeramento completo del fastidio, disturbo, ribrezzo, che la condizione alla quale si ha sviluppato la stessa, suscitava nella fase iniziale. 

Un morto ci scuote , due morti ci scuotono, tre morti ci scuotono ancora...quattro, cinque, dieci, sessanta, poi non si contano più, poi la morte fa parte della vita e allora , camminarle accanto e vederla ogni santo giorno, che vuoi che sia? Del resto dai vivi e non dai morti, bisogna guardarsi le spalle. 

La vita, non la morte, è mostruosa. 

Come la guerra vista in tv. Oggi, domani, dopodomani, poi non ci si fa più caso. 

Perché se le cose non ci toccano da vicino, quello che viene più semplice da fare è voltarsi dall’altra parte, per non vedere. È un meccanismo di difesa, un umanissimo meccanismo di difesa. 

Tutto questo per convenire che è una questione di prospettive e di punti di vista. La posizione dalla quale ci si ritrova a guardare le cose. 

Disponi della vita degli altri o qualcuno dispone della tua? Sei nella posizione di impartire ordini o li subisci? 

La verità è che chiunque disponga di un po’ di potere, finirà per usarlo. E no, non credo sia una questione etnica. Rumeno, polacco o italiano, che differenza può fare se quello che hai è il coltello dalla parte del manico? 

La scrittura è precisa e senza mezzi termini tanto da catapultare il lettore in un mondo crudo e senza remore.


Recensione di Arcangela Guida







Stefano Soli, sceneggiatore, regista, produttore e scrittore. 

Dopo alcune esperienze come assistente alla regia, realizza alcuni corti e documentari. Da segnalare “Furti” (Globo d’oro della stampa estera per il miglior cortometraggio) e i documentari per RAI-SAT, “Il misantropo” e “La signorina del futuro”, monografie dedicate rispettivamente a Gabriele Lavia e a Franca Valeri. Parallelamente lavora come sceneggiatore per la lunga serialità televisiva e come traduttore di documentari per varie emittenti. L’esordio come produttore avviene nel 2004 con il corto “Giorno 122” presentato al festival di Venezia nel 2005, lavoro successivamente sviluppato in un lungometraggio terminato nel 2012. 

“Giorno 122” è anche l’esordio letterario. 

Il 31 Marzo 2023 è uscito per SEM edizioni il secondo romanzo di Stefano Soli “Il Quarto Requisito“.


"Giorno 122" è un progetto multimediale italiano composto da:
  • un cortometraggio dal titolo “Giorno 122” (di Fulvio Ottaviano e Stefano Soli) presentato al festival di Venezia nel 2005
  • un lungometraggio cinematografico dal titolo ” MIA” (di Fulvio Ottaviano e Stefano Soli) realizzato nel 2012 e mai distribuito
  • un romanzo dal titolo “Giorno 122” (di Stefano Soli) pubblicato nel 2021


Link al progetto multimediale:

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