Michela Bilotta


La Metrica dell'Oltraggio


Jack Edizioni




Recensione di Giovanni Tommaso Rovati.

Beatrice De Sanctis scrive per una rivista femminile e viene inviata, dalla direttrice Roberta Bersaglia - che ci tiene a farsi chiamare direttore - da Milano a Valsinni, in Basilicata, per redigere un articolo sull'assassinio di Isabella Morra, una poetessa del 1500, prima segregata e poi uccisa dai suoi fratelli per motivi di "onore". Durante il viaggio dal Nord al Sud si fermerà in amene località dal fascino particolare, i cosiddetti "luoghi altri", sconosciuti al turismo di massa ma non per questo meno interessanti, apprezzandone le bellezze artistiche e le prelibatezze enogastronomiche. E qui che incontrerà donne dal sapore diverso, personaggi straordinari che le narrano episodi accomunati dallo stesso denominatore: il femminicidio, la violenza di genere, la discriminazione della donna e il ruolo subalterno cui è spesso relegata, ancora oggi, all' interno della famiglia, sui luoghi di lavoro e nella società. 

È questo il tema centrale del racconto, di grande attualità, trattato tuttavia in forma leggera, sostenibile, senza mai scadere nel sermone di tipo sociologico, grazie a una scrittura sobria e scorrevole, mai monotona o ripetitiva, e alle piacevoli digressioni sul tema. La protagonista paragona le persone più vere ai grandi vini. É un' allegoria che rende piu' immediato, al lettore, il carattere dei personaggi, un diversivo che alleggerisce la prosa e che rende il racconto ancor più gradevole e vivace. L'espediente potrebbe essere interpretato anche in senso metaforico: "in vino veritas" , la violenza sulle donne è un problema sul quale è facile speculare politicamente e che sovente diviene argomento di discussione all interno di ubriacanti e inutili talk show, in cui si propongono addirittura pene corporali, senza tuttavia risolvere il problema. 

Il viaggio prosegue dalla Basilicata al Cilento, a Paestum, poi a Napoli, a Cetara, tra nuovi personaggi, ricordi d'infanzia e profumi di salsedine. Manca un particolare, però, che l'autrice lascia forse alla fantasia del lettore: che vino sarebbe Beatrice, la protagonista? Senza dubbio un "Furore Bianco", direi, ricavato da vigne estreme, a picco sui pendii frastagliati della Costiera. 

Una lettura davvero piacevole e interessante.




Michela Bilotta, nata nel 1974 a Salerno, vive da oltre dieci anni a Bruxelles, dove si occupa di comunicazione ufficio stampa. Ha lavorato come direttrice creativa, editor e addetta stampa pubblicitarie, testate editrici, giornalistiche, agenzie internazionali e istituzioni europee. Ha pubblicato guide turistiche, racconti, manuali per concorsi a cattedra. 

Il suo primo ricordo le restituisce l’immagine di una bambina con un polveroso libro tra le mani: non sapeva ancora leggere, ma l’idea che quel volume contenesse un intero universo la stregava allora e continua a farlo oggi. Ha sempre usato le parole per lavoro e per passione e il suo amore per la scrittura è pari solo a quello per la lettura. 

La metrica dell’oltraggio è il suo primo romanzo, in cui affronta il tema della violenza di genere partendo dall’influenza che le parole di uso comune esercitano sui comportamenti quotidiani.

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