Silvina Ocampo
Un'innocente crudeltà
La Nuova Frontiera
14 dicembre 1993: muore a Buenos Aires la poetessa e scrittrice argentina Silvina Ocampo, tra le maggiori narratrici di genere fantastico.
Soffitto a lucernario
La grata dell'ascensore aveva fiori dal calice dorato e fogliame arricciato di ferro nero, in cui si impigliano gli occhi quando si è tristi e, ipnotizzati dai grandi serpenti, si guarda il lento svolgersi dei cavi dell'ascensore.
Era la casa della mia zia più anziana, dove mi portavano in visita tutti i sabati.
Sopra l'atrio con il soffitto a lucernario c'era un'altra casa misteriosa, dove si vedeva vivere attraverso i vetri una famiglia dai piedi aureolati come santi.
Lievi ombre salivano sul resto dei corpi proprietari di quei piedi, ombre appiattite come le mani viste attraverso l'acqua del bagno. C'erano due piedi piccoli e tre paia di piedi grandi, due con tacchi alti e sottili dai passi brevi. Viaggiavano bauli con rumore di temporale, ma la famiglia non viaggiava mai e continuava a star seduta nella stessa stanza spoglia, dispiegando giornali al suono di musiche che sgorgavano incessanti da una pianola che si impuntava sempre sulla stessa nota. Una sera dopo l'altra, c'erano voci che rimbalzavano come palle sull'appartamento al piano di sotto, e si zittivano sul tappeto.
Silvina Ocampo, Un’innocente crudeltà. A cura di Francesca Lazzarato, La Nuova Frontiera Edizioni.
Tra le parole che potrebbero descriverla, la più adatta credo sia geniale. - Jorge Luis Borges.
È impossibile, leggendo i racconti di Silvina Ocampo, non concordare con Borges che li definiva di una “innocente crudeltà” soprattutto quando riguardano l’infanzia, tema prediletto dall’autrice che lo coniugava alla morte, a un sotterraneo erotismo, a un umorismo lieve e sinistro e al repertorio di tabù, paure, segreti e sospetti racchiusi nel cerchio in apparenza protettivo della famiglia. Il filo conduttore di questa antologia è appunto rappresentato da bambini e bambine narrati senza concessioni al mito dell’infanzia come “età d’oro” e intenti a spiare il mondo dietro porte socchiuse, a decifrarlo, a commettere serafici delitti quanto a esserne vittime. Il tutto illuminato da uno sguardo di straordinaria originalità e dalla splendida scrittura della più grande autrice argentina del ’900.

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