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Imre Oravecz
Settembre 1972
Anfora Editrice
… tutte hanno dato e hanno preso, hanno detto il vero e hanno mentito, mi hanno eccitato e mi hanno raffreddato, mi hanno soddisfatto e hanno lasciato un senso di vuoto, hanno risvegliato il desiderio e hanno provocato disgusto, hanno recato gioia e mi hanno straziato, mi hanno divinizzato e mi hanno maledetto, mi hanno accolto e mi hanno respinto, mi hanno liberato e mi hanno schiavizzato, mi hanno innalzato e mi hanno calpestato nel fango, mi hanno reso migliore e peggiorato, mi hanno infuso speranza e mi hanno fatto disperare, hanno giurato fedeltà e sono state infedeli, si sono messe al mio fianco e mi hanno abbandonato, e io ho fatto a loro lo stesso che loro hanno fatto a me, e ti ho tradito con ognuna di loro, perché ti amavo ancora, mentre cercavo di convincermi che ormai non ti amo più.
Imre Oravecz (1943, Szajla, Ungheria) è poeta, scrittore e traduttore. Nonostante le sue prime poesie fossero apparse nel 1962 nella prestigiosa rivista letteraria Alföld, ottenne la possibilità di pubblicare
il primo libro soltanto nel 1972: “Scrivevo di cose completamente diverse rispetto a quelle di cui scrivevano gli altri scrittori e questo già in sé significava uno svantaggio. Inoltre, quello che scrivevo era contrario alle dottrine del socialismo reale, nel segno delle quali si poteva pubblicare.”
Nel 1973, dopo Magda Szabó, fu invitato a partecipare nell’International Writing Program dell’Università dell’Iowa. Quando fece ritorno in Ungheria fu considerato e trattato da dissidente.
Nel 1989 il governo comunista gli offrì il prestigioso Premio Attila József che lui rifiutò. Lo stesso anno decise di emigrare negli Stati Uniti ritornando in patria nel 1990, diventando consigliere presso la presidenza dei ministri nel primo governo eletto democraticamente.
Ha anche lavorato come redattore per diversi giornali e come docente universitario presso l’Università Cattolica di Budapest.
È uno dei più acclamati letterati ungheresi, stima comprovata da vari riconoscimenti, come il Premio Kossuth (2003), il Premio Prima (2015) e il Premio Aegon (2016).
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