John T. Sladek 


Il sistema riproduttivo 


Sellerio




Difficile operazione quella di presentare un libro come Il sistema riproduttivo di John T. Sladek: tanto per cominciare bisogna abbandonare qualsiasi velleità razionale nel comprendere una trama che ricorda quei piccoli ciondoli costituiti da fili intrecciati che chiamavamo scoby doo, che chi ha sulle spalle qualche lustro come il sottoscritto, certamente ricorda. I personaggi sono interconnessi tra loro ma seguono percorsi autonomi e non è detto che si incontrino spesso, anzi quasi mai fra loro, se non per evocazione. Ciascuno segue una sua linea narrativa che si interrompe alla fine di ogni capitolo e il povero lettore si deve accontentare di aspettare che il personaggio lasciato in balia degli eventi, ricompaia magari dieci capitoli più avanti. Se non fosse stato scritto nel 1968, verrebbe da pensare che lo schema narrativo è ricalcato sullo stile delle serie televisive molto in voga ai giorni nostri, dove le situazioni rimangono spesso in sospensione fino alla puntata successiva. Qui abbiamo invece un susseguirsi di colpi di scena al limite del farsesco dove le coincidenze che accadono fanno pensare alle comiche di Buster Keaton, effetti speciali compresi. Precursore della Guida galattica per autostoppisti che verrà scritto un decennio dopo, Il sistema riproduttivo inaugura forse un filone di una fantascienza nonsense, umoristica e paradossale, dove vengono però rispettati tutti i crismi del genere, pur in un turbillon di accadimenti sui quali, a volte, risulta difficile raccapezzarsi. 

La trama è presto detta: una fabbrica di bambole automatizzate sull’orlo del fallimento, escogita un sistema per ottenere finanziamenti governativi al fine di realizzare un progetto che pare impossibile: rendere in pratica: l’autoriproducibilità delle macchine. Il guaio è che il progetto riesce e la situazione sfugge presto di mano ai suoi realizzatori e le macchine, rese autosufficienti, si impadroniscono di intere città degli Stati Uniti, minacciando l’esistenza stessa del genere umano. Tutta la trama sarà orientata a cercare di fermare un’evoluzione così maldestramente innescata, fra colpi di scena, matrimoni che finiscono e nove relazioni che nascono, agenti segreti sovietici e americani, siamo in piena guerra fredda, che si fronteggiano, scienziati dall’equilibrio psichico non troppo bilanciato e militari ottusi che faticano a comprendere ciò che sta accadendo. 

Una lettura per certi aspetti sconcertante ma che via via cattura il lettore, proiettandolo a sua volta in un mondo che più paradossale non potrebbe essere, probabilmente figlio di quel ’68, anno in cui il romanzo è stato scritto e che ha a sua volta, contribuito a sconvolgere le convenzioni della società occidentale. 


La pubblicazione è a cura di Angela Brambato, la traduzione è di Roberta Rambelli. 



Recensione di Roberto Maestri






John Thomas Sladek (Waverly, 15 dicembre 1937 – Minneapolis, 10 marzo 2000) è stato uno scrittore statunitense di fantascienza e gialli. 

Nacque e visse nel Minnesota, si trasferì in Inghilterra nel 1960 dove partecipò alla New Wave. Il suo primo romanzo, Il sistema riproduttivo, fu pubblicato a Londra dalla Gollancz. Tornato nel Minnesota nel 1986, morì per fibrosi polmonare nel 2000. Usò anche numerosissimi pseudonimi, tra i quali Cassandra Knye e Thom Demijohn (entrambi insieme a Thomas Disch). (Fonte Wikipedia)

Commenti

Post popolari in questo blog