Maurizio De Giovanni


Per mano mia


Einaudi



Pochi giorni prima del Natale 1931, In un ricco appartamento vicino alla spiaggia di Mergellina vengono uccisi un centurione della milizia fascista e sua moglie. Sul luogo del delitto viene ritrovata, rotta, una statuina di San Giuseppe per il presepio: cosa potrebbe significare?

Nel frattempo Maione scopre una tragica verità: il camorrista in carcere per l'omicidio del figlio Luca, in punto di morte, ha rivelato di non essere lui l'assassino del giovane, ma di avere coperto qualcun'altro.

Ma chi è questo qualcuno?

A mio avviso, il più bel romanzo della serie di De Giovanni sul Commissario Ricciardi: toccante e intenso, con un'atmosfera natalizia un po' strana, lontana da quella luccicante e zuccherosa che solitamente ci si aspetta in tale occasione, ma sicuramente più vicina a quella dei valori che la festa dovrebbe rispecchiare.

Certo un'indagine su ben due omicidi avvenuti a ridosso delle festività pare non essere il massimo per veicolare determinati messaggi, ma la storia che De Giovanni ci racconta man mano ci dimostra che non è così.

Stavolta le vittime sono Emanuele Garofalo, caporione fascista, e sua moglie Costanza: la loro figlia Benedetta di nove anni è sopravvissuta in quanto al momento dell'omicidio era da poco uscita per andare a scuola accompagnata dalla zia, Suor Veronica, sorella di Costanza e nello stesso convento che ospita la scuola frequentata dalla nipote. E sarà proprio questa suora, personaggio inizialmente un po' ridicolo per via della sua voce "a trombetta" (come la definisc Maione) ma che nasconde una storia dolorosa e toccante che verrà disvelata man mano procede il racconto, il personaggio chiave dell'indagine, nonostante inizialmente sia più facile focalizzarsi sui parecchi nemici che Emanuele a causa del suo carattere violento e corrotto si era fatto.

Parallelamente abbiamo la vicenda personale che coinvolge la famiglia Maione, e in particolare il brigadiere Raffaele e sua moglie Lucia; nei romanzi precedenti abbiamo visto come, a tre anni dalla morte del figlio Luca, la coppia abbia faticosamente recuperato un proprio equilibrio e una propria vita.

Ora, tramite un amico (anche lui emotivamente coinvolto nella vicenda) il brigadiere scopre che l'assassino di Luca non è quello che era stato condannato e che è da poco morto in carcere. Da qui l'inevitabile ricerca del vero colpevole, presto ritrovato grazie anche al sempre prezioso aiuto di Bambinella; inizialmente le intenzioni del brigadiere non sono proprio in linea con la giustizia ma prendendosi il tempo di osservare l'uomo all'interno della sua nuova vita succederà qualcosa di non scontato....chi conosce il personaggio magari si aspetterà una conclusione come quella quella che l'autore sceglie per la vicenda, ma è il percorso psicologico e umano del personaggio (e anche quello di Lucia) a essere reso davvero in maniera ottima.

Ma dato che stiamo parlando di un Natale a Napoli, il grande protagonista non poteva essere che il presepio:presente in entrambe le vicende del romanzo, che assume per i personaggi significati diversi ma complementari. Ho trovato molto interessanti sia le descrizioni delle statuette che le informazioni sulla simbologia presente in ogni singolo pezzo che compone il presepe e soprattutto il significato della statuina di San Giuseppe. La descrizione dei preparativi non può non fare pensare invece a De Filippo (ma forse è solo una cosa mia personale).

Se cercate una lettura emozionante, questo è il libro giusto (anche se purtroppo per capirlo bene bisogna prima aver letto gli altri della serie).



Recensione di Tiziana Tomasella.




Maurizio de Giovanni (Napoli, 1958) ha raggiunto la fama con i romanzi che hanno come protagonista il commissario Ricciardi, attivo nella Napoli degli anni Trenta. Su questo personaggio si incentrano Il senso del dolore, La condanna del sangue, Il posto di ognuno, Il giorno dei morti, Per mano mia, Vipera (Premio Viareggio, Premio Camaiore), In fondo al tuo cuore, Anime di vetro, Serenata senza nome, Rondini d'inverno, Il purgatorio dell'angelo e Il pianto dell'alba (tutti pubblicati da Einaudi Stile Libero). Dopo Il metodo del Coccodrillo (Mondadori 2012; Einaudi Stile Libero 2016; Premio Scerbanenco), con I Bastardi di Pizzofalcone (2013) ha dato inizio a un nuovo ciclo contemporaneo (sempre pubblicato da Einaudi Stile Libero e diventato una serie Tv per Rai 1), continuato con Buio, Gelo, Cuccioli, Pane, Souvenir, Vuoto, Nozze, Fiori, e Angeli, che segue le vicende di una squadra investigativa partenopea. Ha partecipato, con Giancarlo De Cataldo, Diego De Silva e Carlo Lucarelli, all'antologia Giochi criminali (2014). Per Rizzoli sono usciti Il resto della settimana (2015), I Guardiani (2017), Sara al tramonto (2018), Le parole di Sara (2019) e Una lettera per Sara (2020); per Sellerio, Dodici rose a Settembre (2019); per Solferino, Il concerto dei destini fragili (2020). Con Cristina Cassar Scalia e Giancarlo De Cataldo ha scritto il romanzo a sei mani Tre passi per un delitto (Einaudi Stile Libero 2020). Sempre per Einaudi Stile Libero, ha pubblicato della serie di Mina Settembre Troppo freddo per Settembre (2020) e Una Sirena a Settembe (2021). I libri di Maurizio de Giovanni sono tradotti in tutto il mondo. Molto legato alla squadra di calcio della sua città, di cui è visceralmente tifoso, de Giovanni è anche autore di opere teatrali.

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L'anello di Clarisse sostiene le librerie indipendenti.

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