Stephan Orth 


L’Iran dietro le porte chiuse 


Keller Editore




"Quando hai paura, ma paura davvero, quando pensi che stia per finire male, percepisci tutto con maggiore chiarezza. Il cervello entra in modalità allarme, dove conta solo il qui e ora. Per tutto il resto non c'è più spazio. A me succede quando non riesco a ricordare il mio codice postale per rispondere al poliziotto. 

Sono seduto in una sala interrogatori della polizia iraniana... 

In Iran, sono un criminale perchè ho nello zaino un chilo e mezzo di marzapane di Lubecca (con dentro un po' d'alcol) e qualche salame di maiale. Basterebbero solo un paio di numeri di "Play boy" e mi sarei aggiudicato la coppa con la scritta "Il viaggiatore più cretino di Teheran” 


7 Farvardin 1393, è il giorno in cui Stephan Orth sbarca a Teheran; in Iran il tempo è avanti di due ore e mezza e indietro di 621 anni. 

Orth vola low cost, non pernotta in hotel, ma attraverso network di couchsurfing cerca chi lo possa ospitare in case private. Ciò è assolutamente proibito in Iran, ma c'è modo di aggirare la legge e decine di migliaia di iraniani offrono ospitalità online. 

A lui non interessano i monumenti, i musei e le città, lui vuole conoscere gli iraniani, vedere come vivono, cosa mangiano, cosa pensano, vuole scoprire cosa c'è dietro quelle porte sbarrate, quelle finestre che hanno vetri lattei o riflettenti o tende ben chiuse. 

E cosa trova? Trova persone apertissime, estremamente ospitali, che gli spalancano il cuore e con le quali stringe amicizie, amicizie a cui si affida per conoscere il Paese in più tappe: Teheran, e poi l'isola di Kish, le meravigliose Shiraz e Isfahan, "il deserto più caldo del mondo", la regione dello Yazd. Dorme nel deserto, pesca di notte, viaggia insieme ai contrabbandieri, partecipa a una festa in piscina con ragazze in bichini... I giovani sono consapevoli di vivere sotto una dittatura che li limita anche nella navigazione online, ma sanno aggirare questi limiti. 

Stephan ha intrapreso questo viaggio nel 2014. 

Ora seguiamo giorno per giorno la ribellione che è nata proprio dal basso, ancor più forte che se fosse politica, è la società che non ne può più, e noi condanniamo, ci indigniamo, ci commoviamo e ci infuriamo di fronte alla reazione omicida di questi religiosi che religiosi non sono (nessuna religione ammette l'omicidio), sono soltanto crudeli assassini e miopi perchè un Paese che uccide i suoi figli non può avere futuro (Mattarella docet).

La traduzione dal tedesco è di Melissa Maggioni. 


Recensione di Gabriella Vezzali.









Autore e giornalista tedesco pluripremiato, Stephan Orth ha studiato inglese, economia, psicologia e giornalismo. Dal 2008 al 2016 ha lavorato come redattore nel dipartimento viaggi di spiegel online prima di diventare autore freelance. Orth ha ricevuto più volte il prestigioso Premio Columbus per i suoi reportage e i suoi libri sono entrati nelle classifiche dei best seller in Germania. Tra questi L’Iran dietro le porte chiuse, e i volumi Couchsurfing in Russland (che ha ricevuto l’itb BuchAward) e Couchsurfing in China entrambi in traduzione per Keller.

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