
Curzio Malaparte Coppi e Bartali Adelphi “Mi hanno sempre affascinato, nella vita degli assi del ciclismo, il loro precoce senso di predestinazione. Fin dalla più tenera infanzia, sanno che un giorno diventeranno campioni. Hanno dei sogni, delle visioni. Già all’età di sei, otto o dieci anni, ciascuno di loro sa che diventerà un fuoriclasse, e che un giorno vincerà la Milano-Sanremo, il Giro d’Italia, la Parigi-Roubaix, Il Tour de France, una Sei Giorni. Ciascuno di loro, all’età di sei, otto anni, sa già che avrà un rivale, un nemico fraterno. Ogni Oreste, prima ancora di inforcare la prima bicicletta, sa già che avrà il suo Pilade. Ogni Girardengo sa che avrà il suo Ganna, ogni Binda il suo Guerra, ogni Bartali il suo Coppi.” È innanzitutto un atto d’amore verso il ciclismo questo libro di Curzio Malaparte pubblicato in Francia nel 1949 e commentato da par suo da uno dei più grandi narratori di ciclismo recentemente scomparso, quel Gianni Mura che fece dei reportage sul To...