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Visualizzazione dei post da giugno, 2022
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Damiano Lotto e Lorenzo Davia (a cura di) 2050 Quel che resta di noi Delos Digital Cosa sarà di noi e del nostro pianeta fra una manciata d'anni? È questa la domanda che si pone chi scrive di fantascienza, immaginando gli scenari possibili che si potranno configurare, a partire dalle condizioni del presente. Perché è comunque del presente che si parla, anche se sembra paradossale, quando si scrive di fantascienza, o quantomeno nella scrittura giacciono sempre elementi che hanno qualche connessione con il nostro tempo, pur se all'apparenza, la distanza sembra essere di anni luce. Ed è proprio questa l'operazione che il Collettivo Italiano di Fantascienza (CIF) ha messo in atto con questa antologia di racconti, immaginare cioè come potrà essere il nostro mondo in un futuro prossimo, non così lontano da non subire gli effetti derivanti dalle scelte e dai comportamenti dell'umanità nella nostra epoca. Un affresco verosimile e inquietante, come è possibile prevedere, viste l
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Sàndor Màrai La donna giusta Adelphi Tre punti di vista diversi sulla stessa storia, tre modi di guardare la vita, di immaginare, di progettare, di reagire agli eventi, alcuni tragici, come lo scoppio della guerra. In tutte e tre le parti del romanzo, l'autore utilizza l'involucro di un narratore che racconta di sé parlando con un'amica o un amico. Non è un dialogo, nel senso che manca del tutto interlocuzione tra il personaggio narrante ( ogni volta lo conosciamo, essendo parte della storia) e chi ascolta ( che invece rimane del tutto ignoto): a volte le domande del secondo vengono ripetute dal primo, al chiaro scopo di farle conoscere al lettore e dar modo di formulare una risposta. Pur dovendosi riconoscere la grande bravura di Marai nel ricostruire tre vite ( la moglie, il marito, la donna amata) attraverso questa forma, non semplicissima, mi è parso che le tre parti non siano tra loro del tutto coese. A fronte della prima, molto più discorsiva e ricca di fatti, le altr
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Joyce Carol Oates Acqua nera Editore Il Saggiatore. “La Toyota a noleggio guidata con impaziente esuberanza dal Senatore, filava lungo la strada sterrata senza nome, imboccando le curve con vertiginose sbandate strisciando sul terreno, poi, all’improvviso, uscì chissà come di strada per finire nell’impetuosa acqua nera dove, inclinata sul lato destro, affondò rapidamente. Devo morire così?” È  l’incipit di un romanzo breve, ma sono anche le parole che evocano la conclusione di una tragedia occorsa nella notte del 18 luglio 1969 e nota come l’incidente di Chappaquiddick nel Massachusetts, dove trovò la morte la giovane segretaria, oggi forse si direbbe stagista, dell’allora senatore Ted Kennedy, membro di una dinastia che fece la storia degli Stati Uniti della seconda metà del Novecento. La ragazza nella realtà si chiamava Mary Jo Kopechne che all’epoca aveva ventotto anni ed ebbe la sventura di trovarsi sull’auto sbagliata nel momento sbagliato, mentre chissà, forse sognava una vita e
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Giuseppe Lupo Gli anni del nostro incanto Universale Economica Feltrinelli “ C'è un momento nella storia di ognuno in cui ha il sospetto che tutto prenda una certa direzione, come la Vespa della foto. In questo momento, per i miei genitori, è stato quando hanno deciso di sposarsi, darsi coraggio l'un l'altra nel verde della giovinezza, viaggiare insieme verso l'enigma degli anni a venire e non voltarsi più indietro.” È un racconto molto delicato, quasi minimalista quello di Giuseppe Lupo ne Gli anni del nostro incanto, un racconto che al suo interno racchiude storie simili a quelle di tante famiglie italiane fra gli anni '60 e '80, in questo caso scandite dalle musiche di quel tempo che tanto ha significato per la Società italiana. Ma può un romanzo contenere una colonna sonora che accompagni la narrazione, come fosse un film o una fiction televisiva? La risposta è senz'altro sì e lo è soprattutto per questo romanzo che risulterebbe privo di qualcosa se non
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Douglas Adams Doctor Who: La città della morte Oscar Mondadori Titolo lungo e complesso per questa nuova avventura dell'eterno Doctor Who sceneggiata nel 1979 dal monumentale Douglas Adams ma in realtà iniziato da David Fisher che però, per problemi personali, non ha potuto portare a termine. E così, in quell'anno la palla è passata al nostro folle autostoppista galattico che in un weekend ha messo insieme tutti i pezzi del puzzle per cucire una nuova storia del Tardis e dei suoi bizzarri occupanti. Romana e Il Dottore si sono presi qualche giorno (per dei Signori del Tempo avere tempo libero è un ossimoro!!) di vacanza a Parigi ma non sanno che all'ombra della Tour Eiffel tutto congiura per non fargli avere nemmeno un attimo di respiro. Tutto inizia 400 milioni di anni prima quando l'astronave dell'Impero Jagaroth naufraga sulla Terra ancora in formazione, il comandante Scaroth, ultimo rappresentante di una razza di calamari guerrieri tenta di ripartire per portare
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Du š an Jelin č i č Gli eroi invisibili dell'Everest Bottega Errante Editore “ L'idea di scrivere questo romanzo mi è venuta al campo base dell'Everest, nel 1990, quando stavo bighellonando tra le tende degli sherpa per allentare la tensione prima del mio ultimo tentativo di salire in vetta. Mi ricordo che, osservando distrattamente gli sherpa che giocavano a dadi, fui travolto da un'energia spirituale talmente forte che ebbi l'impressione che si stesse avvicinando una tempesta. Per lunghissimi attimi mi sentii mancare la terra sotto i piedi e dovetto sedermi per non cadere. Tornai in fretta alla mia tenda ancora avvolto in quell'aura estatica che mi cingeva la testa come volesse trasmettermi qualcosa. Forse un avvertimento. Domani salirò la Dea madre dell'universo e nulla sarà più come prima.” Con queste parole Du š an Jelin č i č spiega come è nata l'idea di questo libro, scritto in realtà sei anni dopo quella spedizione, un romanzo che si può ben defi
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Paolo Roversi Psychokiller SEM “Vietato barare con chi legge”. Se provassimo a scucirgli una dritta per scrivere un buon giallo, Paolo Roversi risponderebbe con un sorrisetto furbo e questa sua personale reinterpretazione della prima tra le “Venti regole per scrivere romanzi polizieschi”, un prontuario pubblicato nel 1928 da S.S. Van Dine che esordisce con un consiglio ai novelli giallisti, un invito a sfidare il lettore senza imbrogli o macchinazioni, come in una regolare sessione di scacchi che si sviluppi tra paragrafi e punteggiatura: “il lettore deve avere le stesse possibilità del poliziotto di risolvere il mistero – afferma il maestro americano – tutti gli indizi e le tracce debbono essere chiaramente elencati e descritti”. Semplice, diretto, lineare: nel poliziesco non si bluffa. E Roversi non ha inteso bluffare in alcuna delle tappe che hanno segnato la sua ascesa a consolidata realtà del crime nostrano, distinguendosi tra gli specialisti per originalità e penna versatile: gio
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Juli Zeh Turbine Fazi Editore Un’autentica sorpresa, questo romanzo, capace come pochi altri di raccontare la realtà contemporanea e le sue problematiche. In poco più di seicento pagine, l’autrice tedesca riesce nel difficile intento di descrivere il rancore e l’avvilimento di un mondo che fatica a riconoscere se stesso di fronte al vento implacabile del cambiamento. E lo fa attraverso una storia originale e coinvolgente, la cui impalcatura è costituita da rapporti umani complessi, difficili, dietro cui si annidano segreti egoismi e rabbie inespresse. Siamo ad Unterleuten (che tradotto significa “Tra la gente”), un villaggio della ex DDR poco distante da Berlino, che parrebbe un piccolo paradiso in mezzo alla campagna. Senonché, un bel giorno (si fa per dire), una ditta di impiantistica - la Vento Direct - ottiene il permesso di installare una decina di turbine eoliche nei pressi del paese. Ha così inizio un conflitto che coinvolge praticamente tutti gli abitanti della zona: uno scontr
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Lorenza Stroppa Cosa mi dice il mare Bottega Errante Editore Avere un segreto significa essere un segreto. La parola negata, il silenzio imposto, gli occhi ostinatamente chiusi, le altissime e apparentemente invalicabili mura erette da volontà, intenzione, paura e rimorso mutano poco alla volta nel loro opposto, si fanno terra grassa e feconda, si fanno carne, divengono uomini e donne, copie, repliche dei loro custodi, guardiani essi stessi di ciò che dovrebbero mantenere taciuto, inespresso e che pur senza fiato emerge limpido nella postura dei corpi, nelle trafitture degli sguardi, in quell’agire d’ombra, schivo, colpevole, innaturale suo malgrado che finisce per attirare l’attenzione, risvegliare la curiosità, accendere il desiderio di conoscere proprio nel momento in cui si sforza di ottenere l’effetto contrario. Avere un segreto significa vivere all’interno di un invalicabile confine la cui sostanza è di volta in volta il tempo, un’ossessione da cui si viene fagocitati, un’attesa
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Giorgio Manganelli Pinocchio: un libro parallelo Adelphi Editore Ci sono libri che parlano più o meno velatamente di altri libri. In questo caso possiamo dire che non solo se ne parla, ma il libro stesso si è fatto contenuto, involucro del libro di cui tratta. Il Pinocchio di Collodi è un classico della letteratura non solo per l’infanzia, e questa lettura parallela affrontata da Manganelli ce lo dimostra una volta di più, facendoci entrare nelle profondità di una narrazione certamente nota ai più, ma misteriosa nei suoi aspetti più reconditi. In questa lettura Manganelli ci conduce per mano attraverso il mondo fantastico del più famoso burattino che la letteratura abbia mai creato, smontando pezzo per pezzo i meccanismi narrativi di una vicenda che tutti conosciamo anche solo per sentito dire, rivelando particolari e spunti insospettati e nuovi, attraverso un’indagine della psicologia dei personaggi e continui richiami agli episodi che man mano si dipanano. Può risultare interessante
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BAE MYUNG-HOON La torre Add Editore “La torre” di Bae Myung-hoon, autore sudcoreano tra i più famosi in patria, s’inserisce nel solco, ormai caratteristico per la Corea del Sud, di quella letteratura fantascientifica che intende fornire una chiave di lettura per la contemporaneità, uno sguardo attento cioè a quelli che sono o potrebbero essere i cambiamenti e le evoluzioni sociali, sviluppando nel lettore riflessioni e preoccupazioni di un certo peso su sé stessi e sulla società nella quale vive (o potrebbe vivere). Il libro si presenta come una collezione di storie tutte interconnesse tra di loro e in cui la narrazione si sviluppa secondo un gioco di specchi tra il piano individuale – le vite dei protagonisti di quelle stesse storie, abitanti della torre (o Beanstalk) – e il piano sociale – ossia l’insieme delle dinamiche sociali, economiche, di potere che nella torre hanno luogo. Quindi, mano a mano che seguiamo le vite di alcuni beanstalkiani, acquisiamo allo stesso tempo elementi d
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Dragan Veliki ć Il quaderno scomparso a Vinkovci Keller Editore “ Sono forse diventato scrittore grazie alla sparizione del quaderno di mia madre a Vinkovci? Lei non ha mai superato quella perdita. E io non volevo altro che continuare la cronaca dei soggiorni familiari in albergo. Ero affascinato dall'importanza che mia madre dava ai periodi fuori casa. Di fatto la mia prima opera letteraria era stata un elenco di hotel nei quali avevo pernottato, annotato in un taccuino dalla copertina ingiallita una notte a Lubiana. L'elenco era molto breve: Palace a Ohrid, Lipa a Pola, Slon a Lubiana. Poco dopo avevo smesso di prendere nota. Ero passato a collezionare i prospetti e le brochure degli alberghi nei quali soggiornavo.” È  un romanzo curioso quello di Dragan Veliki ć, curioso perché oscilla fra l'annotazione autobiografica e il racconto, descrivendo il processo che porta uno scrittore, in questo caso lui stesso, a costruire una storia di fantasia basata però su fatti e person