Silvia Avallone


Un'amicizia


Rizzoli Editore






Elisa, 14enne biellese, si trasferisce a T. (città mai specificata ma suppongo che sia al Sud) dal padre assieme alla madre e al fratello maggiore Niccolò: i genitori, separati da anni, hanno deciso di riprovarci. Nonostante l'esperimento fallisca in fretta e mamma e fratello tornino al Nord, Elisa rimane controvoglia a T. dove frequenterà il liceo classico e dove, sopratutto, conoscerà Beatrice, la sua migliore amica: la persona che più di tutte segnerà la sua vita nel bene e nel male....

Attendevo da tempo di leggere il nuovo romanzo della Avallone, ed eccomi qui. 

Così come il precedente, l'impressione finale è un "ni": non posso dare un giudizio negativo del romanzo anche se non mi è piaciuto molto, la scrittrice ha uno stile che mi piace e la storia ha un potenziale (rimasto a mio avviso inespresso) ma....c'è un "ma", un qualcosa - non del tutto chiaro anche a me- che mi ha impedito di rimanerne conquistata o interessata anche il minimo indispensabile, nonostante abbia diligentemente portato a termine la lettura. Forse sono troppo innamorata di "Acciaio"?

Innanzitutto il tema principale del libro, che gli dà anche il titolo: personalmente il tipo di amicizia tra Elisa e Beatrice non lo capisco e lo trovo da esaurimento: come già ne "L'amica geniale" (in cui però l'amicizia tra Lenù e Lila ha più senso di esistere e in cui ci sono anche momenti di forte solidarietà e complicità) è un'amicizia- rivalità che porta competizione a livelli troppo estremi, tra due persone troppo diverse per vedere qualcosa in comune (a parte il fatto di essere, per motivi opposti, ai margini della vita scolastica). Un rapporto in cui ho visto tanto di negativo e poco di positivo, in particolare riguardo al personaggio di Beatrice, simpatica come un dito schiacciato nella portiera ed evidentemente fotocopia di quella Marina Bellezza che ho detestato qualche anno fa.

Beatrice è la "Chiara Ferragni" dell'Italia narrata dall'autrice, solo un po' meno simpatica e anche – diciamocelo – talentuosa: la Ferragni per quanto possa non piacere (a me personalmente è indifferente) è un imprenditrice digitale di livello mondiale, quindi qualche talento e capacità ce l'ha. Beatrice Rossetti a quanto pare invece è solo ed esclusivamente influencer e campa unicamente postando foto sul blog più noto del mondo; il romanzo inizia con il mistero riguardante la sua "scomparsa" dal web dato che improvvisamente comincia a non postare più nulla mettendo in allarme non solo milioni di followers ma anche la sua ex amica Elisa, che per reazione comincia a scrivere la loro storia.

La storia di un'amicizia di quelle che segnano la vita, nel bene e nel male...e questo sarebbe molto bello se non fosse che è una di quelle amicizie piuttosto incomprensibili. No, non ho percepito punti in comune tra Elisa e Beatrice, e anche l"emarginazione a cui sarebbero condannate da chi gli sta attorno è piuttosto forzata, visto che Elisa viene emarginata perché di Biella (???), mentre Beatrice oggettivamente per il suo brutto carattere e la sua arroganza. Non c'è nemmeno una vera competizione fra di loro (come fra Lila e Lenù), ma solo una volontà prevaricatrice da parte di entrambe che seppure più evidente in Beatrice (che agisce come una macchina schiacciasassi fagocitando qualunque cosa e qualunque persona riguardi l'amica), non manca nemmeno in Elisa, travestita da Buoni propositi di "salvare" l'altra, rendendola però simile a lei. Tuttavia questo rapporto non sanissimo dura ben cinque anni, un record considerato sopratutto l'atteggiamento accentratore di Beatrice, che a quanto pare discende dalla maga Circe visto che ammalia e conquista chiunque, letteralmente: compresi genitori e fratello di Elisa, che sembrano considerarla molto di più della rispettiva figlia e sorella.

Nonostante lo stile fluido, e la buona capacità narrativa dell'autrice si evidenziano varie note stonate, tra cui il solito problema (riscontrato negli altri romanzi) delle famiglie disfunzionali, una riproposizione del rapporto Marina – Andrea – Elsa visto in "Marina Bellezza" e il passato della madre davvero un po' troppo stonato con il personaggio, vari personaggi semplicemente accennati e mai approfonditi (il ragazzo di Beatrice, il fratello di Lorenzo), passaggi e azioni immotivate e senza senso. 

Una cosa apprezzabile è che, nonostante i difetti, l'autrice è comunque riuscita a cogliere la particolarità del periodo adolescenziale, i sentimenti, i contrasti, le lacerazioni ma anche l'ingenuità e l'entusiasmo che ad esso si accompagnano. L'ho detto più volte, non è facile scrivere di adolescenti senza cader nella banalità ma la Avallone (e lo aveva già dimostrato con "Acciaio" e con gli altri, anche se un po' meno rispetto al primo).








Silvia Avallone (Biella, 11 aprile 1984) è una scrittrice e poetessa italiana. Trascorre tutte le estati della giovinezza a Piombino, da suo padre: questo crea un rapporto speciale tra lei e la città toscana, protagonista del suo romanzo più noto, Acciaio.

Vive a Bologna, dove si è laureata in Filosofia e specializzata in Filologia moderna con una tesi su La Storia di Elsa Morante. Collabora inoltre con il Corriere della Sera, La lettura e 7, dove scrive mensilmente.

Nel 2007 ha pubblicato la raccolta di poesia Il libro dei vent’anni, vincitrice del Premio internazionale di poesia Alfonso Gatto sezione giovani. Sue poesie e racconti sono apparsi su Granta, Nuovi Argomenti eVanity Fair.

Con il suo romanzo d’esordio Acciaio (Rizzoli, 2010) ha vinto il premio Campiello Opera Prima, il premio Flaiano, il premio Fregene, il premio Città di Penne, e si è classificata seconda al premio Strega 2010. Il romanzo è stato tradotto in 25 lingue e in Francia, con D’Acier, ha vinto il Prix des lecteurs de L’Express 2011. Da Acciaioè tratto il film omonimo, per la regia di Stefano Mordini, con Michele Riondino e Vittoria Puccini, prodotto da Palomar e presentato nel 2012 alla 69ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, all’interno delle Giornate degli Autori. Sempre ad Acciaio è ispirata l'omonima canzone di Noemi che apre l'album Made in London del 2014.

Nel 2011, per gli Inediti d'autore del Corriere della Sera, è uscito il racconto La lince, poi tradotto in Francia con il titolo Le lynx.

Nel 2013 ha pubblicato Marina Bellezza (Rizzoli), il suo secondo romanzo, tradotto in 5 lingue.

Sempre nel 2014 fa parte della giuria di qualità della 64ª edizione del Festival di Sanremo.

Il suo terzo romanzo, uscito nel 2017, s'intitola Da dove la vita è perfetta. Il titolo è un verso di una sua poesia giovanile de Il libro dei vent'anni, ed è tradotto in Francia, Olanda, Svezia e Slovacchia.

Il 21 giugno 2019 presso l’Aula Magna dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna, durante la cerimonia dei Dottori di Ricerca, le è stata conferita la Medaglia Petrarca per le Arts and Humanities per essersi distinta, in qualità di ex alumna dell’Università di Bologna, in ambito letterario. È la prima volta nella storia dell’Ateneo che questa onorificenza viene assegnata.

In occasione del quarantesimo anniversario della strage alla stazione di Bologna, ha scritto e letto il poema in prosa inedito per il documentario La bomba. 2 agosto 1980, la strage dell’umile Italia prodotto da Rai Teche, da un’idea di Andrea di Consoli, per la regia di Emilia Mastroianni, andato in onda su Rai 1, all’interno dello Speciale Tg1, il 2 agosto 2020.

Il suo ultimo romanzo, Un’amicizia, è uscito in Italia il 10 novembre 2020 e ha vinto il Premio Croce Pescasseroli, il Premio Cimitile e il Premio Viadana 2021 per la narrativa.

L’8 marzo 2021, in occasione delle celebrazioni ufficiali per la Giornata Internazionale della Donna trasmesse in diretta su Rai 1, ha tenuto un discorso presso il Quirinale per la parità dei sessi e sul valore della parola “indipendenza” alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e delle più alte cariche dello Stato ed è stata nominata Cavaliere dell’Ordine “Al merito della Repubblica Italiana”.




Autrice Tiziana Tomasella.

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