Robert Sheckley
Gli orrori di Omega
Mondadori Urania Collezione
Mi spiace molto che simili capolavori restino sconosciuti alla maggior parte dei lettori, molti dei quali li snobbano per il solo fatto che cotali lavori rientrano nel genere fantascientifico. Ve lo dico col cuore: non sapete cosa vi perdete...
Stavolta Sheckley (che ho adorato ne Il difficile ritorno del signor Carmody, altra sua perla) ci racconta del protagonista Will Barrent il quale viene deportato nel pianeta Omega per aver commesso un omicidio. In tale pianeta vengono liberati (si fa per dire) tutti gli esseri umani che si sono macchiati di uno o più crimini, invece di eliminarli sulla Terra. Ma il nostro Will ben presto scoprirà che vivere in questo pianeta non sarà facile, anzi, vi troverà un governo spietato e sanguinoso che privilegia chi uccide e dove la morte si può trovare ad ogni angolo. Egli allora cerca disperatamente di recuperare i ricordi che gli hanno cancellato prima di partire, e affronterà molti nemici spietati.
Ritrovo uno Sheckley in stato di grazia, così come lo avevo adorato nel libro già prima citato (Carmody). L'autore americano ci fa riflettere sul tema del rispetto della legge e per farlo utilizza la descrizione di questa società spietata presente sul pianeta Omega in cui si muore per qualunque cosa, anche per una sciocchezza (vedi il caso di Will che a un certo punto viene condannato dal giudice solo perché si stava comportando bene, non frequentando più il negozio dei sogni in cui venivano somministrate delle droghe). Il protagonista è praticamente perseguitato dalle società in cui vive: prima da quella terrestre (si scoprirà nel finale) e poi da quella aliena omegana. Egli scoprirà che però il vero nemico non viene dall'esterno, ma lo abbiamo ognuno di noi al nostro interno: noi stessi. Anche per questo adoro Sheckley, per questo suo modo diciamo filosofico a cui ci fa innamorare dell'umanità e dei suoi infiniti difetti. "Siamo noi che ci creiamo delle catene" sembra volerci dire l'autore in ogni campo (etico, sociale, politico, filosofico, religioso, etc.) e spesso siamo "incatenati" da certi sistemi senza neanche accorgercene, anche quando crediamo di essere liberi.
Il colpo di scena finale poi è allo stesso tempo inquietante e bellissimo. Ed è proprio nel finale che ci si apre la mente, che ci fa capire dove l'autore voleva andare a parare, dove potremmo finire nel futuro se continuiamo a progredire in un determinato modo.
Straordinario poi l'esempio della religione (che è presente in entrambi i mondi, il terrestre e l'omegano) che è praticamente uguale e folle. Ci ho visto anche una forte critica alla politica, che continua nel nostro presente ad essere uguale e stagnante, inutile e soffocante, senza via di sbocco per il nostro progresso umano e sociale.
Questa opera è un capolavoro, non mi stanco di ripeterlo, e mi spiace tantissimo che non sia conosciuta e premiata ma soprattutto apprezzata come merita. Un autore vero fa riflettere, ti lascia mille dubbi e domande in testa, ti fa venire spunti di riflessione che non ti lasciano dormire la notte. Sheckley è il giusto esempio di autore di questo tipo, che oltre a tessere una buona trama (per carità anche con i suoi difetti, tipo la veloce scalata sociale del protagonista) ti dona una profondità incredibile di riflessioni sulla nostra natura umana.
L'uomo è in cerca di redenzione e lo fa nascondendo e isolando su uno sperduto pianeta il suo lato più oscuro e violento. E sembra volerci dire: e se il bene fosse in realtà il male o viceversa?
La traduzione è di Mario Galli.
Recensione di Francesco Camagna.
Robert Sheckley (New York, 16 luglio 1928 – Poughkeepsie, 9 dicembre 2005) è stato uno scrittore statunitense, autore di romanzi di fantascienza e particolarmente noto per i toni satirici e paradossali delle sue opere.
Sheckley è stato insignito del titolo di Author Emeritus dalla Science Fiction and Fantasy Writers of America nel 2001.
Robert Sheckley nacque in una famiglia ebraica di Brooklyn, New York: il padre è polacco (Sheckley è l'americanizzazione di Shekowsky) e la madre lituana. Nel 1931 la famiglia si trasferisce a Maplewood, nel New Jersey. Sheckley frequentò la Columbia High School, dove scoprì la fantascienza. Si diplomò nel 1946 e se ne andò in California con l'autostop lo stesso anno, dove intraprese diversi mestieri: giardiniere, venditore ambulante di pretzel, barman, lattaio, magazziniere e operaio in un laboratorio di cravatte dipinte a mano. Nel 1946 si arruolò nell'Esercito degli Stati Uniti e venne inviato in Corea. Durante il servizio militare fu redattore di un giornale dell'esercito, furiere e chitarrista. Si congedò nel 1948.
Sheckley quindi frequentò la New York University, dove conseguì la laurea breve nel 1951. Lo stesso anno si sposò per la prima volta con Barbara Scadron. La coppia ebbe un figlio, Jason. Lavorò in una fabbrica aeronautica come assistente metallurgico per un breve periodo, ma il suo esordio come scrittore giunse presto: alla fine del 1951 vendette il suo primo racconto, Final Examination, alla rivista Imagination. La sua reputazione si consolidò rapidamente, con la pubblicazione di racconti su Imagination, Galaxy Science Fiction, e altre riviste di fantascienza. Negli anni cinquanta vennero pubblicati i primi quattro libri dello scrittore: le raccolte di racconti Untouched by Human Hands (Ballantine, 1954), Citizen in Space (1955), e Pilgrimage to Earth (Bantam, 1957), più un romanzo, Anonima Aldilà (inizialmente pubblicato a puntate su Galaxy nel 1958).
Sheckley e Scadron divorziarono nel 1956. Lo scrittore sposò allora la giornalista Ziva Kwitney nel 1957. La coppia di sposi novelli visse nel Greenwich Village. Loro figlia, Alisa Kwitney, nata nel 1964, sarebbe successivamente diventata una scrittrice di successo. Elogiato dal critico Kingsley Amis, Sheckley vendeva molti dei suoi agili racconti satirici anche a riviste non di genere, come Playboy. In aggiunta ai suoi racconti di fantascienza, negli anni sessanta Sheckley iniziò a scrivere narrativa gialla. Altre raccolte di racconti e romanzi apparvero negli anni sessanta, e nel 1965 uscì nelle sale il film La decima vittima, diretto da Elio Petri e interpretato da Marcello Mastroianni e Ursula Andress, adattamento cinematografico di uno dei primi racconti dell'autore, La settima vittima.
Sheckley trascorse la maggior parte degli anni settanta a Ibiza. Divorziò dalla Kwitney nel 1972 e nello stesso anno sposò Abby Schulman, che aveva conosciuto nell'isola spagnola. La coppia ebbe due figli, Anya e Jed. Nel 1980 lo scrittore tornò negli Stati Uniti per assumere il ruolo di responsabile della narrativa di una neonata rivista, Omni. Sheckley lasciò OMNI nel 1981 con la sua quarta moglie, Jay Rothbell, e successivamente viaggiò con lei in Europa, stabilendosi infine a Portland, nell'Oregon, dove si separarono. Sposò allora Gail Dana di Portland nel 1990, ma al momento della sua morte i due non vivevano insieme. Sheckley continuò a pubblicare altre opere di fantascienza, e gialli, e collaborò con gli scrittori Roger Zelazny e Harry Harrison.
Durante una visita in Ucraina nel 2005 per la Settimana del computer e della fantascienza ucraina, un evento internazionale per scrittori di fantascienza, Sheckley si ammalò e dovette essere ricoverato in un ospedale di Kiev, il 27 aprile le sue condizioni di salute sembrarono assai gravi per una settimana, ma parvero migliorare. Il sito web ufficiale di Sheckley lanciò una sottoscrizione per aiutare lo scrittore a pagare le spese mediche e tornare in patria. Sheckley si stabilì nel nord della Dutchess County, nello Stato di New York, per essere vicino alle figlie Anya e Alisa. Il 20 novembre fu operato per un aneurisma cerebrale. Sheckley morì in un ospedale di Poughkeepsie, nello Stato di New York, il 9 dicembre 2005. (Fonte Wikipedia)
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