Le interviste di Clarisse


Therry Romano

Shadow People





A cura di Fabiana Redivo.


Shadow Poeple è il romanzo di Therry Romano che si è aggiudicato il secondo posto del Trofeo Cittadella 2025 dedicato al fantasy italiano e bandito dalla DS1. Dopo la laurea in Scienze dell’Amministrazione, è arrivata quella Magistrale in Comunicazione. Da sempre sostiene progetti di volontariato, blogger molto attiva (https://tracyromano.blogspot.com/), da poco ha messo online la blogzine Isola di Carta (https://blogzine-art.blogspot.com/ ). Il tutto supportata dalla famiglia e con la partecipazione attiva di tre gatti davvero speciali.

Therry non è un volto nuovo per le giurie del Cittadella. Terza classificata nel 2020 con Time Vampires - Codice Agata (Astro Edizioni) e seconda con Angel Down (edito da Dark Zone) nel 2021, è poi passata dall’altra parte della barricata, nel senso che è stata arruolata tra i giurati del Trofeo Cittadella. Non è insolito per dei vincitori del Trofeo essere reclutati come giurati, se non addirittura come presidenti. È importante capire come funziona il meccanismo delle selezioni. I romanzi vengono letti tutti dal principio alla fine senza badare ai nomi degli autori o da quale casa editrice siano stati pubblicati o se siano usciti in selfpublishing.

Ciao Therry, che mi dici delle tue esperienze come autrice partecipante e come facente parte della giuria del Cittadella? (in momenti diversi, ovvio...)


Ciao Fabiana, ammetto che sono state esperienze diverse, ma entrambe molto soddisfacenti. Partecipare come autrice è sempre una grande carezza per l’anima e per la tua creatività, un riscontro per il tuo mondo interiore che arriva a chi ti legge.

Far parte della giuria è un’esperienza immersiva e comprendi la responsabilità che hai nei confronti sia dello scrittore/scrittrice che del suo libro.

Ciò cambia la percezione di un romanzo, del suo worldbuilding e dell’anima di chi ha scritto la storia, perché non è una semplice lettura, ma un viaggio in un mondo nuovo creato proprio per farti vivere un’esperienza particolare.

Ogni storia ha un suo perché, soprattutto nel fantasy, e vederlo attraverso gli occhi altrui, mi ha aiutata a comprendere le sfaccettature più profonde che questo genere ha creato, soprattutto in Italia.

Posso affermare che è cambiato anche il mio modo di scrivere, di costruire le scene e dare spessore ai personaggi.


Nei tuoi romanzi tratti sempre dei temi importanti. A volte fanno solo da sfondo altri invece, come nel caso di Shadow People, ne costituiscono il perno. Anche nei tuoi progetti di volontariato ti succede di rendere visibile l’invisibile? Quale motivo ti ha spinta a parlare dei problemi mentali in quest’ultimo romanzo?

Quando mi chiedono se sono una scrittrice, finisco sempre per ridere, perché non mi sono mai ritenuta tale. Ho sempre pensato di essere un’imbrattacarte, una mente spensierata che costruisce mondi immaginari e li condivide con chi ha voglia di sognare. Ma questi mondi poggiano le radici nella mia realtà quotidiana, dove – chi lo desidera – può comprendere che c’è molto dietro ogni ‘non detto’. Ho avuto il privilegio – e lo ritengo davvero tale – di entrare a contatto con la realtà delle malattie mentali dove ci sono delle pieghe di vite vissute e dimenticate. Per la nostra società sono sempre uno stigma, qualcosa da nascondere, occultarle perché diverse e soprattutto, di cui vergognarsi. Ho iniziato leggendo il romanzo di Anna Maria Bruzzone, “Ci chiamavano matti” ed è stato un pugno in mezzo allo stomaco: non credevo di trovare un dolore ma, al contempo, una vita così intensa. Poi, come in tutte le cose, la vita ti chiede di pagare un obolo ed è toccato a me in prima persona. Ho avuto un crollo emotivo e sono andata in terapia, aprendo una voragine su un ampio spettro di disturbi che, senza sapere, mi avevano toccato negli anni e non erano mai stati diagnosticati. Con lo studio e il supporto di mia figlia, che lavora come educatrice in comunità psichiatriche e studia psicologia, sono entrata in punta di piedi nella mia stessa vita e in quella degli altri. Fortunatamente per me è stato un viaggio nella mia mente, tra i miei fantasmi e i vari dolori che avevano segnato la mia anima, ma ho imparato a conoscermi, mentre per gli altri ho potuto far bene poco, tranne esserci, supportarli e impegnare il mio tempo per piccole attività ludico-creative come leggere, disegnare, fare teatro, che è un modo davvero dolce e premuroso per essere vicino a queste persone.


In Shadow People qual è il personaggio che hai scelto come fulcro per rappresentare il problema delle malattie mentali? Sotto che forma inserisci una speranza di riabilitazione?


La protagonista della storia è sempre colei che trascina il lettore nel suo mondo e, il più delle volte, è il
narratore in prima o terza persona, di ciò che l’autrice vuole parlare. Nel mio libro ci si sente subito affascinati da Reina, della sua storia, la malattia, ma il vero protagonista è Pardo, il traghettatore di anime, come lo chiamano lei e Alice. La vita lo ha segnato, mutilato della sua famiglia e anche della sua anima, ma lui cerca di resistere, di salvare chi e quanto può di ciò che è rimasto del suo mondo. È la parte subdola e oscura di tutta la narrazione, ma in lui vive una sottile luce non di redenzione, ma di rinascita e ciò porta a credere alla riabilitazione.

Ognuno ci arriva come può e anche con le poche forze che ha, ma deve essere motivato e accettare le proprie debolezze. E in lui tutte queste piccole debolezze, diventeranno la forza trainante verso una vita diversa.







Chiudo con la domanda di rito: progetti per il futuro?

Sono in costruzione il secondo e il terzo volume di Shadow People, una trilogia che chiuderà il mondo delle Ombre, che mi porteranno a contatto ancora con fantasmi, voodoo e oscurità, da cui spero di uscire con ferite rimarginate.

Inoltre sto realizzando un mondo nuovo fatto di draghi, magia e tecnologia che spero abbia uno sviluppo interessante per chi mi legge.

Amo i temi classici della mitologia fantasy, ma mi piace reinterpretarli a mondo mio e credo che voi del Cittadella lo abbiate apprezzato e ne avete riconosciuto il valore.

Quindi vi do appuntamento a presto come autrice e, chissà, di nuovo come membro delle prossime giurie.

Grazie di avermi ospitata.


Grazie, Therry. Alla prossima avventura. 

Raccomando davvero a tutti di leggere il romanzo Shadow People. A parte l’avventura fantastica, a tratti horror, avrete la possibilità di osservare il mondo da un punto di vista completamente diverso.

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