Silvia Robutti

Colonia



Le interviste di Clarisse.


A cura di Fabiana Redivo.


L’edizione 2025 del Trofeo Cassiopea vanta il record di romanzi in gara. A fronte dei 5 o 6 partecipanti per edizione, gli autori in lizza stavolta sono stati 23. Le opere erano tutte molto valide, al punto da creare un blocco di ex aequo a ridosso del podio. Ecco perché la giuria, composta da Giovanni De Matteo (presidente), Davide Del Popolo Riolo, Gabriella Gregori, Roberto Maestri e Fabiana Redivo, ha ritenuto opportuno sceglierne uno che per motivi particolari si distinguesse dagli altri. Il Premio critica della giuria è quindi andato al romanzo Colonia di Silvia Robutti.



La scrittrice ha al suo attivo sia romanzi fantasy che di fantascienza. Con il titolo La maledizione della Fiamma ha vinto il Premio Odissea. Ha studiato veterinaria e gestisce un servizio di visite a domicilio chiamato Vetmobile. Ma vediamo di capire meglio chi è Silvia Robutti.

Veterinaria e scrittrice. Immagino si tratti di due passioni ugualmente forti. Quella per la scrittura quando è nata?

Sì, due passioni fortissime, che al momento cerco di tenere ben separate. Non so perché, forse per paura che collidano e creino dell’antimateria.
Quella della scrittura, come l’altra del resto, ce l’ho fin da piccola. Per farvi capire la gravità della situazione: il primo “romanzo” l’ho scritto in quinta elementare. Era la storia di una ragazzina che scappava di casa con il suo cane, ed era copiata da cima a fondo da un libro per bambini, salvo aver sostituito i protagonisti con me e il mio cane dell’epoca.

Colonia è un romanzo che tocca argomenti importanti, come ad esempio la diversità e la violenza. Come è nata l’idea per la trama?

Il tema della diversità, dell’emarginazione e delle violenze più o meno eclatanti che ne conseguono, mi è caro da sempre.
In particolare però, gli spunti per la trama di Colonia mi vennero durante il lock down, grazie all’incontro tra il desiderio di positività che avevo in quel periodo e Psyco-pass, il bellissimo anime/manga firmato da Saru Hashino.

Puro, torbido e oscuro sono tre condizioni che muovono la trama. Ce ne vuoi parlare? Senza spoiler, ovviamente.

L’idea era di ragionare sul concetto di “Visibilità” inteso come la possibilità o meno di “Vedere”. Ho inserito quindi oscurità/torbidità da una parte e purezza/trasparenza dall’altra. La riflessione che volevo suscitare (la dico senza timore di fare spoiler, perché è impossibile capire cosa significa con così pochi elementi) è che bisogna prima di tutto capire cos’è che ha davvero senso guardare.

La giuria è rimasta molto colpita dal modo in cui hai affrontato la stesura, inserendo dei personaggi molto credibili. La loro crescita, intesa come presa di coscienza di fronte ai problemi che devono affrontare, è stata pianificata fin da principio? A quale di questi ti senti più legata?

I personaggi per me sono importantissimi e li progetto sempre con grande attenzione, cercando però di non ingabbiarli mai troppo rigidamente. Se le cose vanno come devono, nel punto di arrivo che mi prefisso per la storia mi ci portano loro.
Per Colonia ero molto preoccupata di fallire in questo aspetto, perché non avevo mai gestito quattro protagonisti e temevo di non riuscire a dare il giusto respiro a tutti. Sono dunque felicissima che abbiate apprezzato i miei sforzi.
Il personaggio di questo romanzo a cui sono più legata è Quait, che in fase di progettazione mi spaventava più di tutti perché era la prima volta che usavo il punto di vista di un uomo e che poi si è rivelato quello più facile con cui entrare in empatia.

Siamo infine giunti la domanda di rito: hai nuovi progetti in cantiere?

Oh yes, ho sempre qualcosa che bolle in pentola! Anzi confesso che attualmente sul fuoco c’è una saga intera, ambientata proprio nello stesso universo dove si trova il pianeta Colonia. Il prossimo mondo distopico che vedrete protagonista si chiama Natura, il cui romanzo omonimo dovrebbe essere in dirittura d’arrivo per la pubblicazione. Dopo, se tutto va bene, seguirà Luxor, che ho appena terminato di scrivere e di cui sono orgogliosissima. Poi vedrò se buttarmi subito nella stesura di quelli che seguono o fare una pausetta.






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