Piero Schiavo Campo


L'uomo a un grado Kelvin 


Urania Mondadori





Se Blade runner è ambientato nel 2019 e noi tutti abbiamo avuto modo di vedere come e quanto il futuro preconizzato avesse avuto una qualche ragion d'essere, ne L'uomo a un grado Kelvin, solo i più fortunati di noi potranno verificare quanto le previsioni dello sviluppo sociale e tecnologico saranno realizzate in quel non tanto lontano 2061 nel quale è ambientato il romanzo.

Un romanzo che non è soltanto di fantascienza, pur avendone tutte le caratteristiche, ma anche una trama che rispecchia fedelmente tutti i canoni della scrittura noir, con tanto di delitto da risolvere trovando il colpevole e un investigatore che si muove o è costretto a farlo, ai limiti della legalità, per poter finalmente venire a capo di un'inchiesta con risvolti degni dei migliori intrighi internazionali ai quali sembra, nemmeno il prossimo futuro saprà essere immune.

Una trama investigativa dove a fare da sfondo non sono soltanto gli aspetti tecnologici di una rete popolata da avatar in grado di supplire alla presenza vivida di qualunque personaggio, facendosi personaggi a loro volta, con continui richiami ai classici della letteratura da Bulgàkov al Libro di Giobbe passando per figure degne della miglior tradizione piratesca con tanto di pappagallo sulla spalla d'ordinanza, o citazioni neanche troppo sottaciute di filosofi greci in una sorta di giostra carica d'ironia e leggerezza di stile, tanto da non riuscire ad essere mai scontata o banale nel corso della sua narrazione.

A fare da filo conduttore poi sono una serie di personaggi, reali questa volta, dotati di competenze scientifiche di altissimo livello, un consesso di premi Nobel che si sfidano fra loro sul terreno della fisica quantistica per mezzo di computer dalle prestazioni elevatissime e dei quali non è possibile, ai giorni nostri, sospettare l'esistenza.

La scena si svolge fra Parigi e Milano, quest'ultima descritta come una città divisa in distretti controllati dalle varie etnie con proprie leggi e forze di sicurezza autonome, impegnate ciascuna a garantire i propri traffici.

In mezzo a tutto questo si muove il detective Dick Watson, quasi troppo elementare, se non fosse per la sua capacità di districarsi negli anfratti costruiti da reti spionistiche straniere e hackers disposti loro malgrado, a operare di concerto con una parte delle forze del cosiddetto ordine.

Ce n'è abbastanza per rendere la lettura di questo noir vincitore del Premio Urania 2012, un condensato di suspence avvincente che avvolge il lettore nella sua trama complessa e intrigante, così come deve essere un romanzo poliziesco degno di considerazione e che costringe a tornare a riprendere il filo interrotto nella curiosità di scoprire gli sviluppi dell'indagine in corso.




Piero Schiavo Campo (Palermo, 10 marzo 1951) è uno scrittore e blogger italiano. Nato a Palermo, ha vissuto in Lombardia e in particolare a Milano, dove si è laureato in astrofisica nel 1976. Dopo la laurea ha vinto una borsa di studio del CNR presso l'Istituto di Radioastronomia di Bologna. Nel 1981 ha lasciato la ricerca per occuparsi di software.

Dal 2004 è docente a contratto presso l'Università degli Studi di Milano-Bicocca, dove insegna Teoria e tecniche dei nuovi media, un corso del primo anno della laurea triennale in Comunicazione e psicologia.

Come scrittore ha esordito vincendo il premio Urania Mondadori con il romanzo L'uomo a un grado kelvin, pubblicato nella collana Urania nel 2013. Nel 2017 ha vinto il premio Robot con il racconto La rotta verso il margine del tempo, e di nuovo il premio Urania con il romanzo Il sigillo del serpente piumato. Sul suo blog personale (The Twittering Machine) pubblica racconti, brevi saggi scientifici e recensioni di libri.

Dal 2015 collabora con la rivista Robot, su cui ha pubblicato diversi articoli di divulgazione scientifica.


Autore Roberto Maestri.

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