Pino Roveredo

Caracreatura

Editore Bompiani




A tutte le donne madonne, che con le loro lacrime, muscoli, sospiri, sogni, preghiere, sputi, sangue, angosce, passione, sudore, tempo, cuore, amore, amore, amore e ancora amore… mi hanno insegnato a essere madre. Pino.


Ci sono libri che sanno incollarti alla sedia, che ti afferrano e non ti lasciano andare, ti costringono ad arrivare in fretta all’ultima pagina facendoti poi pentire per aver terminato una lettura così avvincente. Caracreatura di Pino Roveredo è uno di questi libri. Lo leggi d’un fiato, ti emozioni, di dispiaci e ti arrabbi, provi empatia e affetto per la sua protagonista, Marina, una madre che si consuma per l’amore di un figlio che probabilmente non merita, o sicuramente non merita le sofferenze che l’amore per questo figlio le procura ma che insegna se ce ne fosse bisogno, che può significare l’essere madre, una madre che è soltanto amore verso suo figlio, un amore immerso fino in fondo nella rabbia, nella disperazione, nell’impotenza ma anche nella speranza.

Caracreatura è un pugno nello stomaco ma è anche un libro che ti fa amare i personaggi che si muovono al suo interno, perfino quel figlio sfortunato che si trascina da un abisso all’altro, coinvolgendo i genitori e la madre che narra in prima persona in un dialogo a una sola voce. 

Sono vicende comuni a molte famiglie che hanno vissuto situazioni che hanno saputo sconvolgere la tranquillità familiare a causa della dipendenza da sostanze in cui tanti giovani si sono trovati a fare i conti.

La storia è perfino banale nella sua drammaticità ma è raccontata con una forza, un coinvolgimento e uno stile che in certi tratti sfiora la poesia. Ci sono passi che obbligano la rilettura tanto sono belli, pur nella desolazione dell’ambiente in cui è calata questa storia.

Un romanzo che non può che lasciare un segno, probabilmente la cosa migliore letta quest’anno.






Pino Roveredo è nato a Trieste nel 1954. Ha scritto racconti, romanzi, testi teatrali. Si è sempre occupato degli ultimi, dai reclusi per decenni negli ospedali psichiatrici ai tossicodipendenti; è stato garante dei detenuti del Friuli-Venezia Giulia. Dopo l’esordio del 1996 con Capriole in salita, ha vinto il Premio Campiello nel 2005 con Mandami a dire. Per Bompiani ha pubblicato anche Caracreatura, Attenti alle rose, La melodia del corvo, Mio padre votava Berlinguer, Ballando con Cecilia, Mastica e sputa e Tira la bomba.


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