Ilaria Tuti
Fiori sopra l’inferno
Longanesi
Di solito non leggo questo genere di storie, di tipo thriller, ma questa volta sono rimasto piacevolmente colpito e sorpreso. Mi sono appassionato alle vicende del piccolo paesino montano in cui il Commissario Teresa Battaglia si trova a fare i conti con un serial killer atipico (anche definirlo così non è corretto) che vive isolato dal mondo e che, scopriremo, ha un terribile passato.
La particolarità delle indagini ti avvolgono, ti fanno scorrere le pagine sempre più veloce, fino ad arrivare a scoprire la verità (amara). E poi lo studioso citato nella storia è esistito realmente: Renè Spitz, psicoanalista austriaco il quale ha elaborato la sindrome da deprivazione affettiva sui neonati, che provoca una depressione anaclitica. Ciò prova che per sopravvivere un bambino necessita anche e soprattutto di stabilire legami affettivi forti e duraturi.
Oltre alla novità del commissario che prova empatia per il killer (cosa che potrebbe in un primo tempo sconvolgere il lettore) a me è piaciuta molto, perché in fondo siamo tutti "mostri" nel nostro piccolo, o come viene accennato nel libro siamo tutti "potenziali assassini".
E poi il paese e la natura che lo circonda, queste montagne, questi alberi, sono i protagonisti del libro: l'autrice esordiente ce li descrive benissimo e si capisce che descrive dei luoghi a lei familiari e cari.
In conclusione, dovete assolutamente leggere questo romanzo, non ne resterete delusi.
Mi congratulo con Ilaria Tuti, spero presto di leggere una nuova avventura del commissario Teresa Battaglia!
Quarta di copertina - «Tra i boschi e le pareti rocciose a strapiombo, giù nell'orrido che conduce al torrente, tra le pozze d'acqua smeraldo che profuma di ghiaccio, qualcosa si nasconde. Me lo dicono le tracce di sangue, me lo dice l'esperienza: è successo, ma potrebbe risuccedere. Questo è solo l'inizio. Qualcosa di sconvolgente è accaduto, tra queste montagne. Qualcosa che richiede tutta la mia abilità investigativa. Sono un commissario di polizia specializzato in profiling, e ogni giorno cammino sopra l'inferno. Non è la pistola, non è la divisa: è la mia mente la vera arma. Ma proprio lei mi sta tradendo. Non il corpo acciaccato dall'età che avanza, non il mio cuore tormentato. La mia lucidità è a rischio, e questo significa che lo è anche l'indagine. Mi chiamo Teresa Battaglia, ho un segreto che non oso confessare nemmeno a me stessa, e per la prima volta nella vita ho paura».
Ilaria Tuti, nata nel 1976 a Gemona del Friuli, dove risiede è laureata in Economia e Commercio.
Dopo aver lavorato come illustratrice, ha pubblicato racconti gialli e fantasy in riviste e antologie ottenendo il Premio Gran Giallo Città di Cattolica nel 2014 e Premio della Montagna Cortina d'Ampezzo 2020.
Nel 2018 ha esordito nella narrativa gialla con il thriller Fiori sopra l'inferno con protagonista la commissaria e profiler sessantenne Teresa Battaglia che torna ad indagare anche nei seguiti, Ninfa dormiente, uscito l'anno successivo e Luce della notte, pubblicato nel 2021.
Nel 2020 ha pubblicato Fiore di roccia, romanzo storico ambientato nella prima guerra mondiale con protagoniste le portatrici carniche con il quale si è aggiudicata la 37ª edizione del Premio letterario nazionale per la donna scrittrice.
Autore Francesco Camagna.
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