Enrico Franceschini

Bassa Marea

Rizzoli



Enrico Franceschini, bolognese, ha alle spalle una lunga carriera di corrispondente estero di un grande quotidiano italiano – Repubblica – per il quale ha ricoperto le sedi di New York, Washington, Mosca, Gerusalemme e Londra. Nonostante la residenza londinese, ha mantenuto un legame strettissimo con la sua terra d'origine. Con questo romanzo, debutta ufficialmente del variegato mondo del noir nostrano con una vicenda ambientata lungo la riviera romagnola: quella lingua di terra che si estende per oltre cento chilometri da Ravenna a Gabicce Mare.

Come sarà stato il suo esordio nella letteratura poliziesca? Lo vedremo tra breve...


Andrea Muratori, per gli amici Mura, è una sorta di alter-ego dello stesso Franceschini. Ex giornalista in pensione, ha da tempo fatto ritorno al paesino dove trascorreva le estati in villeggiatura, dopo una lunga e proficua carriera da inviato giramondo. Pluridivorziato e con pochi soldi a disposizione, vive in un vecchio capanno di pescatori.

Una mattina, mentre sta correndo lungo il litorale, rinviene il corpo di una donna bellissima, più morta che viva a dire il vero. Sarà compito di Mura – aiutato da tre amici coscritti che paiono usciti dalla sceneggiatura di Amici miei – cercare di risolvere l'enigma che si cela nel passato di Sasha: la misteriosa e seducente femmina russa restituita dalle acque dell'Adriatico.


Nonostante le buone intenzioni, si vede benissimo che Franceschini è un novizio del genere. Lo scrittore/giornalista possiede indubbiamente un'ottima penna, capace di tratteggiare luoghi e personaggi in maniera deliziosa. Purtroppo, però, la sua narrazione finisce ben presto vittima di una trama poco consistente, in precario equilibrio tra commedia e situazioni drammatiche, con qualche sparuto colpo di scena a tentare di tener su la baracca.

Più che con un vero e proprio noir, abbiamo a che fare con una sorta di Amarcord: una meticolosa ricostruzione di quella zona d'Italia che durante le vacanze estive si trasforma in una nostrana West Coast, con Mura a far le veci del Lebowski di turno.

I personaggi - il protagonista ed i suoi amici goliardi e cazzari - sono piuttosto simpatici e riescono in qualche modo a dar consistenza ad una vicenda che, in caso contrario, sarebbe stata votata al disastro completo.

Questo romanzo, alla fin fine, è la chiara dimostrazione del fatto che per scrivere dei gialli avvincenti non è sufficiente possedere un'ottima scrittura: probabilmente Franceschini farebbe bene a tornare nei territori della saggistica e della narrativa rievocativa... dove ha dimostrato di possedere delle doti non indifferenti.


Consigliato a: coloro che amano la riviera romagnola, con il suo corredo di spiagge, night-club e lustrini, ed a chiunque si appassioni alle vicende di personaggi simpatici ed un po' goliardi simili a quelli di Amici miei.

Recensione di Piergiorgio Vigliani.




Enrico Franceschini (Bologna, 17 agosto 1956) è un giornalista e scrittore italiano. Per trentacinque anni è stato corrispondente dall'estero del quotidiano la Repubblica per il quale ha lavorato nelle sedi di New York, Washington, Mosca, Gerusalemme e Londra; una lunga carriera che ha rievocato in un inserto di otto pagine sul quotidiano. Ha pubblicato romanzi e saggi e tradotto tre libri di poesia di Charles Bukowski. Ha cominciato a fare il giornalista da ragazzo a Bologna, scrivendo di sport per i giornali della sua città. (Fonte Wikipedia)


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