Truman Capote

A sangue freddo

Garzanti Editore.



La banalità del male raccontata nell’unico stile scarno e preciso in cui può essere raccontata, il resoconto semplice di una tragedia senza senso che non pretende assoluzione, tanto meno di essere compresa.

Siamo nel Kansas, cuore degli Stati Uniti d’America, una provincia che incarna il sogno di un’America rurale verso la fine degli anni cinquanta, dove tutto sembra possibile, dove religione e lavoro si uniscono a formare la morale e la forza di una comunità volta a realizzare quel sogno, fino a quando la follia omicida non interviene a spezzare un meccanismo che sembrava non dovesse mai interrompersi.

Il romanzo di Capote è essenzialmente questo, i fatti descritti sono svelati nella loro tragicità fin dalle prime pagine, dove non vi è niente da scoprire in una trama che non riserva nessuna sorpresa, non fosse per una domanda che obbliga il lettore a procedere fino in fondo. La domanda è: perché?

Perché una famiglia possa essere sterminata in cambio di una manciata di dollari, una radiolina e un binocolo con astuccio?

Perché chi commette un delitto tanto spregevole quanto inutile, non prova nessuna compassione nei confronti delle vittime, nessun segno di pentimento, nessuna pena per chi rimane a piangere quei corpi?

E perché nemmeno dopo essere stati assicurati alla giustizia, i due assassini non riescono a provare paura o pietà neppure per se stessi?

Ed è proprio nella ricerca di queste risposte, ammesso che si posano trovare, che l’autore ci guida, leggendo queste pagine. Scavando nelle vite e nella psicologia di questi personaggi realmente vissuti, dal momento che il racconto è la cronaca fedele di un delitto avvenuto effettivamente in quegli anni, dando il via a quel filone letterario definito non-fiction novel, di cui Capote è considerato capostipite.

Ci si potrebbe domandare che senso possa avere seguire una cronaca di cui si conosce già l’esito finale ma qui sta proprio la bravura dell’autore, cioè quella di spingerci a indagare assieme a lui i motivi, le circostanze che hanno portato due uomini sbandati, criminali di piccolo cabotaggio, specializzati fino a quel momento solo in furtarelli e truffe, a compiere un crimine tanto efferato.

Non ci saranno risposte, da parte dell’autore o forse ciascun lettore dovrà trovare le proprie se solo avrà avuto la pazienza di arrivare fino in fondo, non con spirito giudicante ma, pur senza voler giustificare dei personaggi pluriomicidi, riecheggiando anche solo per un attimo i versi di una canzone di De André: «Se non sono gigli son pur sempre figli, vittime di questo mondo».

La traduzione è di Mariapaola Ricci Dèttore.


Recensione di Roberto Maestri.




Truman Capote, pseudonimo di Truman Streckfus Persons (New Orleans, 30 settembre 1924 – Bel Air, 25 agosto 1984), è stato uno scrittore, sceneggiatore, drammaturgo e attore statunitense.

Molte delle sue opere sono oggi riconosciute come classici della letteratura, fra questi il romanzo Colazione da Tiffany (1958) e il romanzo ispirato a una storia vera A sangue freddo (1966), che l'autore stesso definì un romanzo verità. Almeno 20 film e episodi di serie TV sono basati sui romanzi, racconti e opere teatrali di Capote.

Capote raggiunse l'apice della notorietà con A sangue freddo, un reportage giornalistico sull'omicidio di una famiglia di agricoltori del Kansas avvenuto nella loro abitazione. Capote impiegò sei anni per scrivere il libro aiutato dall'amica di tutta una vita, Harper Lee, scrittrice anch'essa e autrice del romanzo Il buio oltre la siepe (1960). Divenuto un classico nella cultura popolare, A sangue freddo fu il punto massimo della carriera letteraria di Capote; fu anche l'ultimo libro completo da lui pubblicato.

Alla travagliata e controversa stesura di A sangue freddo è dedicato il film Truman Capote - A sangue freddo (2005) di Bennett Miller, nel quale lo scrittore è impersonato da Philip Seymour Hoffman che, per la sua interpretazione, ha ricevuto numerosi premi, tra cui il Golden Globe e il Premio Oscar.

Nel 2006 è stato presentato un altro film su Truman Capote: Infamous – Una pessima reputazione di Douglas McGrath con Toby Jones nel ruolo di Capote, il premio Oscar Sandra Bullock nel ruolo di Harper Lee, Sigourney Weaver nel ruolo di Babe Paley, Daniel Craig come Perry Smith e il premio Oscar Gwyneth Paltrow nel ruolo della cantante Dean Kitty. (Fonte Wikipedia)

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