Veit Heinichen
I morti del Carso
Edizioni e/o
«Dalla sera precedente la bora nera turbinava sulla città trascinando con sé tutto ciò che non era fissato saldamente. Le imposte sbatacchiavano e si sentiva continuamente lo schianto dei vasi di fiori o di altri oggetti che cadevano sulla strada o sulle automobili fittamente parcheggiate».
Trieste è una città di confine e i suoi contorni sono costellati di memorie che faticano a ricomporsi, condizionate come sono da ricordi che riaffiorano all'improvviso come i fiumi caratteristici di questa terra, il Carso.
È in uno scenario come questo che si svolge l'inchiesta del commissario capo Proteo Laurenti, che dovrà risolvere il caso di un attentato all'apparenza inspiegabile, che ha distrutto la casa e una famiglia di un sobborgo della città giuliana. Quello che affiorerà, nel corso dell'inchiesta, che sarà costellata di altre morti altrettanto poco chiare, saranno rancori mai sopiti individuali e collettivi e nuovi traffici in cui la legalità si perde fra le onde di un mare che lambisce queste terre. Un'inchiesta che oltrepasserà diverse volte i confini di un mondo abituato a cambiare bandiera e nazionalità nel corso del tempo, pur mantenendo nei tratti individuali, un senso di appartenenza alla propria terra, al di là delle emigrazioni e immigrazioni, volute o forzate che siano, ma il commissario Laurenti riesce a osservare tutto ciò con occhio distaccato, quasi indifferente per lui, uomo che proviene da Salerno, nella ricerca di una comprensione dei caratteri che abitano queste zone di un'Italia solo in apparenza marginale.
Quello sguardo distaccato e quasi estraneo che aiuta anche l'autore, Veit Heinichen, in questo quasi un alter ego del commissario, tedesco che vive stabilmente ormai a Trieste ma che come gran parte di quelli che arrivano da lontano, è restato affascinato da questa città e queste terre così dense di contraddizioni, contrasti e passioni, fino a farne il terreno ideale per l'ambientazione dei suoi romanzi.
I morti del Carso è dunque un romanzo poliziesco che contiene al suo interno continui riferimenti alle vicende, alla storia di questa parte di Europa che è stata segnata da eventi tragici per tutto il Novecento e ha vissuto rivolgimenti politici e patito tragedie le cui ferite sono ancora aperte nell'animo dei suoi abitanti. Basta parlare con chi vive qui, non importa da quale parte dei confini attuali, per comprendere quali strascichi siano ancora presenti nelle parole e negli sguardi di chi ha vissuto questi tempi.
Il romanzo può essere inteso come un pretesto al di là della vicenda per altro molto coinvolgente, per comprendere almeno una parte della complessità che caratterizza queste zone, fra storia e memoria, divisioni e condivisioni e desiderio di alcuni, si spera sempre in numero maggiore, di superare le antiche faide che hanno segnato e spesso insanguinato queste popolazioni. La bravura di Heinechen sta proprio nel riuscire a tracciare sullo sfondo della sua storia che riguarda pochi personaggi significativi, lo scenario della grande Storia che fatica ancora oggi a trovare una voce univoca che la possa raccontare.
Recensione di Roberto Maestri.
Veit Heinichen (Villingen-Schwenningen, 26 marzo 1957) è uno scrittore tedesco. Dal 1997 vive stabilmente a Trieste, dove è giunto per la prima volta nel 1980 e dove ha voluto ambientare i suoi romanzi, che sono dei best seller. I suoi libri sono stati tradotti in italiano, olandese, francese, sloveno, greco, norvegese, spagnolo, polacco e ceco.
I romanzi Gib jedem seinen eigenen Tod (A ciascuno la sua morte), Die Toten vom Karst (I morti del Carso), Tod auf der Warteliste (Morte in lista d'attesa), Der Tod wirft lange Schatten (Le lunghe ombre della morte) e Totentanz (Danza Macabra) sono già stati trasformati in una serie televisiva: Commissario Laurenti per la prima rete televisiva tedesca ARD.
Profondo conoscitore della sua terra d'adozione, Trieste e il Carso, ha scritto Trieste. La città dei venti (Triest. Stadt der Winde) insieme alla chef Ami Scabar, un libro di viaggio che è una storia delle meraviglie culinarie, culturali, artistiche e storiche della città.
I romanzi di Veit Heinichen sono ambientati a Trieste e nelle terre di confine dell'Alto Adriatico, tra l'Italia, la Slovenia, l'Austria, la Croazia e la Germania, in un mondo che l'autore stesso definisce il luogo in cui l'Europa è di casa, un osservatorio privilegiato sulle dinamiche storiche, politiche, economiche e sociali dell'attualità. (Fonte Wikipedia).
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