John Banville 


Il mare 


Guanda 





Max Morden, storico dell'arte in fuga dai fantasmi di un lutto recente, giunge nella località balneare che ha fatto da sfondo alle vacanze della sua infanzia. Spera di ritrovare se stesso seguendo le tracce di un passato perduto ma si accorge di essere caduto vittima di un miraggio: il mondo visto attraverso gli occhi del bambino non corrisponde a quello visto dall'adulto. Decenni prima, in riva allo stesso mare, Max aveva conosciuto i Grace con i loro due figli gemelli e la graziosa governante. Sbirciando il corpo statuario della signora Grace aveva provato i primi desideri sessuali. Facendo amicizia con i ragazzi aveva sperimentato un timido amore per la coetanea Chloe. Ma il fulgore di quell'estate era stato offuscato dalla morte e dall'ombra di un oscuro segreto. E Morden, tanti anni dopo, torna sulla stessa spiaggia a ricordare non solo il ragazzo che è stato, ma anche l'uomo che è diventato, segnato dai rapporti con la figlia, con la fascinosa moglie scomparsa, e via via a ritroso, con il suocero trafficone e con i volgari genitori. Durante questo intimo viaggio nella memoria, ricostruisce i particolari della tragedia di cui è stato inconsapevole testimone, e solo sciogliendone l'enigma dà un senso al proprio dolore e si riconcilia con gli spettri, compreso quello del futuro. 

Filo portante del romanzo è il lutto del protagonista, Max, uno storico dell'arte che ha perduto da poco la moglie e decide di ritornare nel paese dove passava le vacanze estive da bambino. Sarà un'occasione per ricordare la famiglia Grace, della cotta presa per Chloe, per i primi turbamenti sessuali verso la signora Grace. 

Difficile dare un'opinione su questo libro. Non è che una lunga rielaborazione del lutto del protagonista, e ha uno stile particolare, che può ricordare l'Ulisse di James Joyce, un vero e proprio monologo interiore di Max che spazia e mescola passato e presente. Questo è il punto forte dell'opera: che ti fa immedesimare nel dolore del protagonista. La malinconia trasuda ad ogni pagina, e le descrizioni del mare in realtà raffigurano gli stati d'animo di Max. Banville ha uno stile delicato, colto, molto intimista, tanto è vero che all'inizio pensavo fosse un romanzo autobiografico. Alla fine, ci vuole dire Max, il destino fa come il mare: continua ad essere imprevedibile. 

La traduzione è di Eva Kampmann 

Recensione di Francesco Campagna. 





John Banville è nato a Wexford, in Irlanda, nel 1945. Tutti i suoi romanzi sono pubblicati in Italia da Guanda: La spiegazione dei fatti, La notte di Keplero, Atena, L’intoccabile, Eclisse, L’invenzione del passato, Ritratti di Praga, Il mare (Booker Prize 2005), Dove è sempre notte, Un favore personale, Isola con fantasmi, La lettera di Newton, Congetture su April, Teoria degli infiniti, Un giorno d’estate, Il buon informatore, Una educazione amorosa, False piste, La musica segreta, La chitarra blu, Il cerchio si chiude, Isabel, Le ospiti segrete, Delitto d’inverno, Il dubbio delkiller e, pubblicato sotto lo pseudonimo di Benjamin Black, La bionda dagli occhi neri. Tra i numerosi riconoscimenti, ha ricevuto il Premio Internazionale Nonino nel 2003, il Premio Principe delle Asturie per la Letteratura nel 2014 e il Premio alla carriera Raymond Chandler – Noir in festival nel 2020.

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