Jón Kalman Stefánsson
Storia di Ásta
Iperborea
Posate subito quella matita!
Jón Kalman Stefánsson è nato poeta e non ha dimenticato che la poesia è animale ostinato, in grado di scavare lunghe gallerie e far tana anche nella prosa, quindi, una volta terminato il libro, finireste per accorgervi che sono più le righe sottolineate di quelle rimaste bianche.
“Alcuni ricordano esattamente il giorno, perfino l’ora, il minuto, l’istante in cui la loro infanzia si è conclusa, e raramente è di buon auspicio. I più fortunati sono quelli per cui l’infanzia sfuma così lentamente da non sparire mai davvero: dentro di loro rimane sempre il bambino che sono stati.”
Non mi credete... pazienza!
Bene, adesso, posata la matita, posate anche il libro, a meno che non abbiate una certa idea di quello che siamo soliti chiamare letteratura, quella strana cosa che, secondo alcuni, dovrebbe renderci più sensibili.
“Allora la letteratura deve in primo luogo prepararci a morire, e non aiutarci a vivere meglio?”
Storia di Asta è un romanzo corale, polifonico e polimorfo. Vi ritroverete fin dalle prime pagine al centro di un Golfo Mistico dove i musicisti sembrano intenti ad accordare i loro strumenti e dove il vostro orecchio tenterà inutilmente di distinguere un accordo dall’altro per riconoscere la sinfonia.
State sbagliando approccio...
Non dovete rassettare un armadio, siete in Islanda, l’unico paese che conserva il vulnus del caos primigenio, il paese in cui l’unica cosa che davvero conta è salvare il fieno, diamine! ...lasciatevi trascinare dall’acqua che scende dal cielo sulla nera lava vulcanica, sdrucciolate con essa sulle torbiere, fatevi cullare dall’erba fino a quando il fiordo incontrerà le prime onde, e i rivoli di tante storie e di tanti tempi narrativi si fonderanno con l’apparente completezza del mare e tutto avrà un senso o lo perderà del tutto, come nella mente della vecchia Kristin, condannata a svegliarsi ogni mattina in un tempo che non è il suo, ma che, essendo stato suo, è l’unico tempo che può ancora essere davvero suo.
Ásta affascina nel suo tentativo di sottrarsi in egual misura a passato e futuro, ma Stefánsson sa che è impresa vana tentare di raccontare un’esistenza separandola come crusca dalla farina delle vite che le sono attorno, ma si getta in questa impresa impossibile. Così la vita di Ásta, con la morte accoccolata dentro, diventa la vita di Helga e Sigvaldi, la follia di Helga e la follia di Sigvaldi nel non riconoscere il volto di una giovane che tutti saremo costretti a fissare. La folle solitudine di un contadino e di sua madre, la follia disperata di una sorella, perché a volte sembra esserci un’unica strada che porti alla felicità e alla disperazione, la disperazione di un ragazzo folle e dagli occhi troppo belli, quella ispirata di un poeta e tante, troppe altre.
No, non avete capito...
Non aspettatevi un romanzo bucolico, una favola alla Gunnarson, qui si parla di vita e, quando la vita lo richiede, Stefánsson sa vestire i panni del miglior Roth nel descrivere il sesso, per poi rivestire dei suoi colori tenui le conseguenze.
Vero, oggi vi ho trattato un po’ male... ma l’ho fatto perché so che siete in grado di sopportare qualche disagio in cambio di un libro indimenticabile.
La traduzione è di Silvia Cosimini.
Recensione di Riccardo Gavioso.
Jón Kalman Stefánsson è nato a Reykjavík (1963), ex insegnante e bibliotecario, si dedica alla poesia prima di passare alla narrativa, distinguendosi subito per una lingua di singolare ricchezza evocativa e diventando uno dei più amati scrittori nordici. Attraverso potenti affreschi dell’Islanda di ieri e di oggi, i suoi romanzi affrontano le grandi domande dell’uomo, la vita, l’amore, il senso ultimo dell’esistenza, il potere dell’arte e della letteratura. Più volte nominato al Premio del Consiglio Nordico, con Luce d’estate ed è subito notte ha ricevuto il Premio Islandese per la Letteratura. Iperborea ha pubblicato anche la trilogia Paradiso e inferno, La tristezza degli angeli e Il cuore dell’uomo, oltre ai Pesci non hanno gambe e Grande come l’universo, che raccontano una saga famigliare spaziando da un capo all’altro dell’Islanda attraverso il Ventesimo secolo, il romanzo corale Storia di Ásta e Crepitio di stelle, la sua ultima saga familiare.
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