Annie Ernaux 


Una donna 


L’orma Editore




"Mia madre è morta lunedì 7 aprile nella casa di riposo dell'ospedale di Pontoise, dove l'avevo portata due anni fa. 

Al telefono l'infermiera ha detto:<Sua madre si è spenta questa mattina, dopo aver fatto colazione>. Erano circa le dieci.” 




Mi piace molto la Ernaux per il suo stile conciso e asciutto che in questo libro diventa più oggettivo e convenzionale. 

Lei stessa dice "Questa non è una biografia, né un romanzo, naturalmente forse qualcosa fra la letteratura, la sociologia e la storia". Lo si capisce già dal titolo che non è "Mia madre", ma "Una donna". E di questa donna, nata in una famiglia povera, ma dove già sua madre ( la nonna di Annie) "conosceva tutti i gesti per addomesticare la miseria", Annie racconta la fierezza, la violenza, l'orgoglio, unica fra i fratelli, e la determinazione di emergere dalla miseria. Un'infanzia di fame insaziabile, di vita all'aperto a imparare dai fratelli, poi la scuola e lo studio che "le scivola addosso", il gusto unico per le materie religiose. La vita di operaia in una fabbrica di margarina, i rapporti che cambiano tra la madre e la figlia che cresce, i divieti , i sospetti , i continui litigi. Poi negli anni '20 ancora operaia in una grande corderia dove incontra l'amore. Col matrimonio, finalmente, realizza il suo sogno, lei più decisa, lui più pauroso, rilevano uno spaccio alimentare con bar. Il suo mondo si amplia: fornitori, municipio, banca, tasse, è lei che si occupa di tutto e si evolve; le sue letture si raffinano, l'abbigliamento pure. E i rapporti con la figlia tornano sereni. Scoppia la guerra e la madre, pur in difficoltà, aiuta chi più ne ha bisogno, è generosa con i suoi clienti. Intanto Annie ha studiato, ha fatto l'università, è colta e ha sposato un ragazzo altrettanto colto e la madre ne è orgogliosa, ma gli sposi, già genitori, abitano lontano e i rapporti sono meno frequenti. Annie però vuole che la madre stia con loro, coi nipoti, almeno un mese all'anno. Poi, per la madre, inizia il declino, dimentica le cose, si irrita facilmente, perde ogni interesse, è Alzheimer. Annie la tiene un po' con lei , poi è costretta a ricoverarla. 

"Era necessario che mia madre nata tra i dominati di un ambiente dal quale è voluta uscire, diventasse storia perché io mi sentissi meno sola e fasulla nel mondo dominante delle parole e delle idee in cui, secondo i suoi desideri, sono entrata.” 




La traduzione è di Lorenzo Flabbi. 




Recensione di Gabriella Vezzali. 





Ad Annie Ernaux è stato assegnato nell’ottobre 2022 il Premio Nobel per la letteratura. Nata a Lillebonne (Senna Marittima) nel 1940, è una delle voci più autorevoli del panorama culturale francese. Studiata e pubblicata in tutto il mondo, la sua opera è stata consacrata dall’editore Gallimard, che ne ha raccolto gli scritti principali in un unico volume nella prestigiosa collana Quarto. Nei suoi libri ha reinventato i modi e le possibilità dell’autobiografia, trasformando il racconto della propria vita in acuminato strumento di indagine sociale, politica ed esistenziale. Considerata un classico contemporaneo, è amata da generazioni di lettori e studenti. Finora L’orma editore ha pubblicato Il posto, Gli anni, vincitore del Premio Strega Europeo 2016, L’altra figlia, Memoria di ragazza, Una donna, vincitore del Premio Gregor von Rezzori 2019, La vergogna, L’evento, La donna gelata, La donna gelata e Guarda le luci, amore mio.

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