Richard Brautigan 


American dust 


Minimum fax




"Quel pomeriggio non sapevo che la terra aspettava di ridiventare una tomba nel giro di qualche giorno appena. 

Peccato non poter afferrare al volo quella pallottola e infilarla su per la canna del fucile calibro22, dove sarebbe tornata indietro fino alla camera di scoppio per poi incollarsi di nuovo al bossolo, come se non fosse mai stata esplosa, ne caricata. 

Vorrei tanto che la pallottola fosse nella sua scatola, insieme ai suoi quarantanove fratelli e sorelle, che la scatola se ne stesse al sicuro sulla mensola dell'armeria e che fossi passato davanti al negozio, in quel piovoso pomeriggio di febbraio, senza entrare, 

Vorrei tanto aver avuto voglia di un amburgher, anzichè di munizioni. 

C'era un ristorante, proprio accanto all'armeria. Faceva degli ottimi amburgher, ma io non avevo fame. 

Ripenserò a quell'amburgher per tutto il resto della mia vita." 

L'io narrante è un ragazzino di tredici anni che cresce senza padre e una madre quanto meno problematica, nell'Oregon del secondo dopoguerra. L'ambientazione è grigia e cupa, come lo sono i personaggi: reietti, sconfitti che già si sa che lo sono. 

Sin dalle prime pagine si ripete questo triste ritornello " prima che il vento si porti via questa polvere... polvere Americana" che, a mio parere, rappresenta il candore e l'innocenza di una vita che verrà fatta volar via dal sogno americano e dal modello consumistico. 

L'autore di questo bellissimo libro, all'apparenza facile, ma ricco di allegorie, era vicino ai movimenti Hippy e alla sperimentazione letteraria. Il suo rifiuto del conformismo e della società consumistica si risolve in un nostalgico rifugio, in un America edenica scomparsa, che soprattutto in "La pesca alla trota in America" prende le forme del vecchio "mito americano", rivisitato con ironia e senso del grottesco. 

Due mesi dopo aver scritto "American Dust", Brautigan si suicidò.


La traduzione è di Luca Briasco. 




Recensione di Gabriella Vezzali. 










Richard Gary Brautigan (Tacoma, 30 gennaio 1935 – Bolinas, 14 settembre 1984) è stato uno scrittore e poeta statunitense. 

Visse un'infanzia travagliata, a causa del divorzio precoce dei genitori e dei maltrattamenti subiti dai successivi compagni della madre. 

L'adolescenza fu altrettanto difficoltosa e il giovane Brautigan venne arrestato nel 1955 per resistenza alla polizia. 

Avvicinatosi al movimento Hippy, visse intensamente lo spirito libertario di quegli anni, dedicandosi alla scrittura di novelle e poesie. 

Nel 1967 ottenne la fama per la pubblicazione di Pesca alla trota in America (Trout Fishing in America), romanzo postmoderno scritto in prosimetro nel 1961. Il successo ottenuto permise la riscoperta degli scritti precedenti, quali L'aborto (The Abortion: An Historical Romance 1966) e Il generale immaginario (A Confederate General From Big Sur). 

Con gli anni, e il cambiamento della società statunitense, Brautigan si chiuse sempre più in sé stesso, venendo spesso colpito da attacchi di paranoia e soffrendo della sindrome alcolista, che lo porterà alla dipendenza, all'assuefazione, ed alla morte prematura avvenuta all'età di 49 anni nel 1984 per suicidio. (Fonte Wikipedia)

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