Loreta Failoni 


La bisettrice dell’anima 


Edizioni Del Faro 



Recensione di Roberto Maestri.


"Tutto è numero”. 

Il motto della scuola pitagorica. 

Ironia della sorte. 

Questa affermazione entrò in crisi 

proprio quando tentarono di risolvere 

Il loro famoso teorema.

E sono proprio i numeri a condirci per mano nella lettura di questo romanzo di Loreta Failoni: La bisettrice dell’anima, recentemente ripubblicato dalle Edizioni Del Faro. L’autrice, che ha fatto della matematica una delle sue passioni più importanti, ha tessuto la trama di questo romanzo come fosse una lunga espressione algebrica, con tanto di parentesi e segni positivi e negativi, lettere e, appunto, numeri. Numeri che costituiscono la vera chiave di lettura di un racconto che non risulta affatto per addetti ai lavori anzi. La matematica diviene a tutti gli effetti un personaggio che si muove a suo agio nella vicenda, facendone scoprire le qualità e i limiti, proprio come se fosse una persona in carne e ossa. 

Se il filo conduttore sono gli elementi di calcolo, la trama ci racconta di una donna, Anne, segnata dall’epoca in cui vive, in una Francia che cerca di uscire faticosamente dalle macerie della Seconda Guerra Mondiale, dopo l’occupazione nazista che ha fatto scempio di quella Società e, quello che più conta, della sua famiglia. Una famiglia di ebrei non osservanti, i nonni che l’avevano allevata come una figlia dopo la morte dei genitori prima della guerra. La bambina, cresciuta a pane e matematica, viene istruita e indirizzata all’amore per i numeri dal nonno docente e studioso della materia, il quale, conscio della prossima fine, riesce a tessere una trama che condurrà la piccola a salvarsi dalla tragedia. 

Il racconto parte da qui, dalla fine del periodo bellico e si snoda nei primi anni della ricostruzione, la ricostruzione di un tessuto sociale ma anche della vita sconvolta della protagonista, che si ritroverà a dover crescere a sua volta una figlia frutto di una violenza subita a opera di un collaborazionista dell’invasore. La sete di vendetta caratterizzerà la prima parte del romanzo che, in seguito, troverà uno sviluppo più articolato, verso la realizzazione di un progetto di vita pensato dalla mente matematica del nonno ormai scomparso nei fumi del campo di concentramento, che, per mezzo di enigmi matematici che Anne dovrà risolvere, condurrà la protagonista in una precisa direzione da lui auspicata. 

Ci riuscirà? Saranno l pagine finali a svelare il problema. 

Scritto con sapiente maestria, il romanzo conduce passo passo il lettore, accompagnato da assiomi e postulati che giustificano le azioni dei vari personaggi, una comunità di persone che ruota attorno alla protagonista, figure che cercano piano piano, attraverso una sorta di mutuo aiuto, di darsi una speranza dopo le tragedie patite. 

Non spaventi la costante presenza della materia tanto temuta dai neofiti, il racconto è lieve come un’addizione, con i capitoli che si sviluppano in una soluzione dettata dalla razionalità di un calcolo che governa in fin dei conti, tutto l’universo. 

A Loreta Failoni quindi, i complimenti per aver reso trasparente una materia da molti definita ostica e, state tranquilli, nessuno metterà un segno blu sul foglio, poiché il vostro compito di lettori non avrà la ben minima ombra di errori di calcolo. 




L’autrice: 


Loreta Failoni vive a Tione di Trento ed è stata per molti anni insegnante di matematica. Per dieci anni è stata Vicesindaco del suo Comune. È Presidente della Giuria del Premio letterario “Giuseppe Papaleoni” promosso dal Centro Studi Judicaria e dalla Biblioteca comunale di Tione di Trento. È Presidente del Circuito Teatrale Trentino. Ha iniziato scrivendo per bambini manuali di matematica (Mondadori).
Con il primo dei suoi romanzi, La bisettrice dell’anima (Il Filo), ha vinto molti premi, tra cui il “Premio Terzani per le culture di pace”. Nel 2021 ha coordinato la realizzazione del libro No, non avere paura (Curcu & Genovese) al quale hanno aderito trentatré autori, scrittori, poeti e illustratori e il cui ricavato è destinato ai centri antiviolenza.

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