Terradimandorla


Divento di vento


PubMe – Gli scrittori della porta accanto, 2024






Recensione di Carlo Crescitelli.


Mi rendo perfettamente conto di essere alle prese oggi, più che con una recensione, con un’attestazione di entusiasmo. 

Ma ispirazioni come quella di “Divento di vento” le ho sempre trovate preziose, e come tali mi piace comunicarvele. 

Questa raccolta di racconti è una selezione di mutazioni. 

Mutazioni di donne. Di donne che mutano nel corpo – spesso in maniera traumatica – o nell’anima – qui compiendo percorsi giocoforza meno evidenti - o anche in entrambe. 

Ma comunque non diventando troppo diverse, perché in fondo diverse lo erano già da prima: tutte le donne a loro modo sono diverse l’una dall’altra, ogni donna è un pianeta di unicità. 

E questo è il libro di una donna che ci parla di storie di donne. 

Quindi un libro speciale. 

Che parla ovviamente soprattutto alle donne, che quelle situazioni metaforizzate le vivono sopra e dentro la propria pelle; ma che può parlare anche a uomini che siano in grado non dico di capire - perché da uomini capire non possono - ma quantomeno farsi approcciare, lasciarsi affascinare da questi tronconi e bocconi del complesso universo dell’immaginario femminile che ogni giorno si ritrovano davanti, e che li stupisce e frastorna ogni giorno. 

“Divento di vento” è un’opera horror? 

Può darsi, probabilmente sì. 

I debiti con il genere sono evidenti: la sua narrazione mutante rimanda inequivocabilmente alla potente prosa visionaria di Clive Barker e all’imprevedibile cinema biomeccanico di David Cronenberg. 

Ma non si tratta solo di questo. 

Perché “Divento di vento” è anche un libro di viaggi. 

Di viaggi nel centro di Roma, nel quartiere Sanità di Napoli, nel mare delle Eolie, sulle coste della Normandia, nell’arcipelago indonesiano. 

E naturalmente di viaggi nella memoria: tra i pupi di Palermo e nelle favole dell’infanzia, i cui semplici messaggi valoriali vengono reinterpretati alla luce dei conflitti assai più intimamente laceranti dell’adolescenza e dell’età adulta. 

E quindi “Divento di vento”, al di là dei generi ai quali poterlo considerare riferibile, si pone a pieno titolo come opera di bella letteratura che parla agli occhi e al cuore. 

Sì, agli occhi, perché dimenticavo di dirvi che è anche un libro illustrato dalla sua stessa autrice. 

"Divento di vento" spazza con un soffio ineffabile e immemore le protagoniste di tutti i racconti, portandosi via una parte del loro vecchio sé e regalando loro in cambio nuove consapevolezze: estetiche, magnetiche, etiche. 

Per realizzarle nuovamente di volta in volta in nuova veste di streghe nutrici, donne/tonno vendicatrici, fantasmi oggetto di venerazione, timide veggenti da spiaggia o da città, e ancora sandaletti spaiati, capricciose stelline in cielo, a questo punto non importa più chi o che cosa, perché sono sicuro che, passata la sbornia stordente di forme, umori, amori e colori che vi sarete trovata davanti, alla fine capirete quel che voglio dire. 

E cioè che si trattava di strade verso la saggezza. 

Difficili, tortuose, complicate, intricate, astruse. 

Sì, astruse: e ci mancherebbe altro, la meta non era facile. 

Ma ne valeva davvero la pena. 

Buona lettura: non ve ne pentirete. 






L'autrice:



Terradimandorla, pseudonimo di Cristina Basile, è il nome d’arte di una nomade digitale italofrancese che presenta al suo pubblico le sue creazioni figurative e letterarie incrociandole e accompagnandole di pari passo fra mostre e pubblicazioni editoriali. 

“Illustrautrice”, come ama definirsi, è forse il neologismo che meglio artisticamente la rappresenta. 

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