Davide Del Popolo Riolo Per le ceneri dei padri Urania Recensione di Roberto Maestri. “Non hai motivo di essere nervosa. Scuoti il capo. Lo sai e non lo sai. Pensi che non sia il caso che la tua AED ti ricordi cose ovvie. Ma se ho ritenuto necessario rammentartelo è perché non è così ovvio, no?” Non è mai cosa ovvia che il ritorno alle proprie radici sia costellato di rose e di fiori. E il ritorno di Olympias su Abisso è un ritorno che ha i contorni dell’incubo. Tutto ciò che aveva vissuto fino a quel momento a Casa-tra-le-stelle si è sgretolato nel momento in cui ha rimesso il piede sul suo pianeta di origine. “Me ne andrò al più presto” decise, serrando i denti con rabbia. “Non ho intenzione di farmi imprigionare su questa palla di roccia”. E invece è proprio quello che succederà, quando i vincoli familiari prenderanno il sopravvento sulle paure e il desiderio di tornare a quel mondo ovattato nel quale era vissuta fino a quel momento. Giocato sul tormento esistenziale, Per le cener
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Giuliano Cannoletta, Davide Camparsi, Franco Ricciardiello Marionette e altri racconti Kipple Officina Libraria Recensione di Roberto Maestri. “Un essere intelligente, che sia biologico o artificiale, dev’essere capace di sviluppare la sua morale, di compiere le sue scelte. D’imparare dai suoi errori. E, dunque, di commetterne.” C’è una minaccia là fuori, una minaccia per tutta l’umanità: esseri senzienti che cercano in ogni modo di sostituirsi agli umani, esseri artificiali costruiti dall’uomo il quale a un certo punto ne ha perso il controllo, generando una guerra in cui solo chi saprà prevalere potrà sopravvivere. È questo lo scenario in cui si muovono le vicende del romanzo breve di Giuliano Cannoletta, un mondo dove la tecnologia è sfuggita di mano e tenta di prendere il sopravvento sull’uomo. Argomento non nuovo quello del conflitto fra esseri umani e macchine, ma questa volta abbiamo un conflitto in cui le parti non sono poi così definite e fino all’ultimo non sappiamo davvero
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AA.VV. La nave dei folli. Quando l'arte ispira la scrittura A cura di Emiliano Maramonte Delos Digital Recensione di Roberto Maestri. “Chi prende posto nella nave dei folli naviga ridendo e cantando all’inferno. Sebastian Brandt, Das Narrenschift ” Come si guarda un’opera d’arte? La risposta più semplice che affiora è con gli occhi dell’anima. Ma se fosse l’opera stessa a guardare noi? Ma se fosse l’artista, attraverso la sua opera a scavare nel profondo della nostra psiche, fino a trovare nascoste quelle immagini e sensazioni che non vogliamo trovare? È un po’ quello che è successo ai magnifici sette autori di questi “Sei racconti ispirati a uno dei quadri più evocativi del grande pittore fiammingo Hieronymus Bosch”, come recita il curatore, Emiliano Maramonte, nella sua prefazione. Perché è proprio questa l’impressione leggendo le pagine di questa antologia, è come se il pittore fiammingo fosse penetrato in qualche modo nell’immaginario degli autori influenzandone l’ispirazio
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Edgar Allan Poe Racconti fantastici e grotteschi (“Tales of the Grotesque and Arabesque”, 1840) Newton Compton Editore Recensione di Carlo Crescitelli. Conoscete davvero Edgar Allan Poe? Se le vostre letture si sono fermate ai magnifici versi de “Il Corvo”, o ai suoi meravigliosi “Racconti del Terrore”, beh allora credetemi, probabilmente non lo conoscete ancora a fondo. Meglio se per caso avete avuto tra le mani anche “Le avventure di Arthur Gordon Pym”, ma di nuovo vi dico: non è neppure questo sorprendente romanzo quello che vi apre le porte dell’uomo e della sua anima. Per entrare in profondità nel mondo di Poe, dovete leggere la sua prima raccolta. Quella sulla quale, folgorati come siamo dalla statura dei suoi immortali capolavori, pochi di noi vanno oggi a soffermare la loro attenzione: parlo de i “Racconti fantastici e grotteschi”. Si tratta di una sorta di strana e a tratti esilarante miscellanea, a prima vista assai eterogenea e incongrua, fatta di storie di fantasia,
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Han Kang La vegetariana Adelphi «È tutt'altro che un'opera ascetica: è un romanzo pieno di sesso ai limiti del consenziente, di atti di alimentazione forzata e purificazione – in altri termini di violenza sessuale e disordini alimentari, mai chiamati per nome nell'universo di Han Kang ... Il racconto di Han Kang non è un monito per l'onnivoro, e quello di Yeong-hye verso il vegetarianesimo non è un viaggio felice. Astenersi dal mangiare esseri viventi non conduce all'illuminazione. Via via che Yeong-hye si spegne, l'autrice, come una vera divinità, ci lascia a interrogarci su cosa sia meglio, che la protagonista viva o muoia. E da questa domanda ne nasce un'altra, la domanda ultima che non vogliamo davvero affrontare: “Perché, è così terribile morire?”». «THE NEW YORK TIMES» Recensione di Piergiorgio Vigliani. Pur avendo vinto un premio di assoluto rilievo come il Man Booker International Prize e ora il Premio Nobel 2024 per la Letteratura, questo roma
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Giuliana Iaschi Un orto botanico e due cimiteri Le Lettere Scarlatte Edizioni Recensione di Roberto Maestri. Possono dei racconti noir essere considerati lievi e al tempo stesso densi di ironia? Evidentemente lo possono, e prova ne è che i racconti contenuti nella raccolta Un orto botanico e due cimiteri di Giuliana Iaschi, edita da Le Lettere Scarlatte, sono esattamente questo: un mix di inquietudine e ironia, di quell’humor nero che fa abbozzare un sorriso anche nelle situazioni più tragiche, dove morte e mistero si accompagnano a una dose di imprevedibilità condita da un pizzico di destino beffardo che scaturisce dalle storie qui raccontate e ambientate in una Trieste popolare immediatamente riconoscibile. L’autrice infatti coglie, da Triestina autentica, lo spirito canzonatorio tipico della sua città, quel modo di prendere tutto alla leggera, anche nelle situazioni più difficili, una maniera per uscire dai disastri della vita con un’alzata di spalle e un sorriso sulle labbra, come
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Sotirios Pastakas Isola di Chios Disegni di Marco Vecchio Multimedia Edizioni Recensione di Roberto Maestri. Tanto più la poesia scarseggia, tanto più si moltiplicano i poeti. Quanto più difficile diventa l’amore tanto più facilmente vengono fuori i sentimentali, gli amanti di professione e gli innamorati. C’è molto amore nei versi di Sotirios Pastakas ma c’è anche molto dolore: il dolore per la mancanza, per il rimpianto e per l’oblio. La salvezza è forse nel disincanto e nell’ironia, come lui stesso ammette, quell’ironia salvifica che fa superare qualunque avversità che la vita pone davanti, un modo per affrontare i guasti di un’esistenza complessa ma al tempo stesso intensa, come intense sono le poesie qui raccolte, frammenti di pensiero, riflessioni sul tempo, sull’amore, sulla gelosia, sulla vita, su ciò che era e non sarà e su ciò che potrà essere da qui in avanti. Sotirios Pastakas ci conduce per mano nel suo mondo interiore che forse non è troppo dissimile dal quello di ciasc